il caso

«Dodici anni al figlio di Galasso»

Omicidio di un 43enne: la richiesta di pena per il giovane imputato

VITERBO. Dodici anni di carcere: questa la richiesta del pm Massimiliano Siddi per Sabato Lous Battaglia, figlio del pentito di camorra Martino Galasso, per aver ucciso, con pugni e calci, il 43enne romano Federico Venzi a settembre dello scorso anno. Ieri la requisitoria dinanzi al gup del tribunale di Viterbo al quale la difesa del giovane originario di Poggiomarino aveva chiesto il giudizio abbreviato. Il pm ha ricostruito le fasi dell’aggressione che portarono alla morte di Venzi. Un primo pestaggio con due pugni sferrati in pieno volto e poi l’accanimento a calci e pugni in faccia quando la vittima era già per terra. Secondo l’accusa, Battaglia non ha risparmiato nulla al 43enne, morto dopo tre ore di agonia in ospedale.

La difesa ha provato ad invocare la legittima difesa da parte di Sabato Battaglia, seguito e avvicinato da Venzi che era insieme ad un amico marocchino, all’uscita di un locale. Il difensore di Battaglia aveva provato a puntare sull’omicidio preterintenzionale, ma nella scorsa udienza il gup aveva escluso il rito abbreviato condizionato alla testimonianza di un perito medico legale di parte. E sempre la difesa ha provato a dimostrare che la morte di Venzi non è stata direttamente legata al pestaggio: la vittima era ubriaca e tra le concause della morte la perizia della difesa indica l’aver ingoiato la protesi dentaria mobile e un filamento metallico. L’avvocato Durano difensore di Battaglia ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato. Anche le parti civili hanno formulato le loro richieste: 500 mila euro di provvisionale per la madre dell’uomo, rappresentata dall’avvocato Samuele De Santis, 1 milione di euro di risarcimento danni per i fratelli, rappresentati dall’avvocato Luca Tedeschi. A luglio la sentenza.