L'INIZIATIVA

Dispersione scolastica, la battaglia di tre istituti a Salerno

Il Focaccia, il Tasso e l’istituto comprensivo di Fratte e Matierno beneficeranno dei finanziamenti

SALERNO. Si chiama “Scuola al centro” ed è il progetto lanciato lo scorso autunno dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per favorire il potenziamento dell’offerta formativa delle scuole, contrastare la dispersione scolastica e favorire l’inclusione sociale. Più sport, musica, laboratori di lingue, teatro, innovazione digitale, per un totale di oltre 1 milione di ore di attività aggiuntive da svolgere in orario extra scolastico, di pomeriggio o nei mesi estivi. Anche a Salerno, diversi istituti hanno partecipato al bando, il primo Pon a carattere nazionale. E, nella graduatoria regionale, nei primo 100 istituti, al 32esimo posto, c’è l’istituto tecnico Focaccia, diretto dal dirigente scolastico, Renzo Stio, che ha ottenuto 39mila euro. «Il nostro progetto si chiama “Il Faro” – spiega la professoressa Maddalena Colucci – ed è un orientamento a trecentosessanta gradi. Si rivolge principalmente ai ragazzi in fase di dispersione scolastica ed ha come obiettivo quello di aumentare i giorni d’apertura pomeridiana della scuola. I moduli previsti riguardano lo sport, con vela e canottaggio, i diversamente abili, con un progetto sulla ceramica. E, ancora, sono previsti pure progetti di chimica, informatica ed elettrotecnica e, per il biennio, laboratori di scrittura creativa». Destinatario dei fondi è pure il liceo classico Tasso, che ha ottenuto 39mila euro, e in graduatoria occupa il 781esimo posto. «Abbiamo previsto – spiega la dirigente scolastica, Carmela Santarcangelo – un supporto all’attività che già facciamo, per dare ulteriore forza alle azioni in essere. Questa politica, che non fine a se stessa, ma messa in campo per consolidare le nostre prerogative e i punti di forza, ci ha già premiato. Il nostro obiettivo è quello di rendere allettante l’offerta formativa del liceo classico. Perciò abbiamo pensato, proprio in quanto il nostro problema non è la dispersione scolastica, ad aprire la scuola al territorio. Una scuola, insomma, con modalità diverse d’insegnamento, dove gli alunni non sono solo fruitori ma anche erogatori di un servizio. E, proprio per questo, il nostro progetto è legato agli aspetti umanistici che sono intono a noi, uscendo al di fuori delle mura scolastiche e andando sul territorio alla scoperta dei siti archeologici e museali».
Una delle realtà scolastiche potenzialmente più a rischio dispersione è l’Istituto comprensivo di Fratte e Matierno, che si è piazzato al 371esimo posto in graduatoria regionale, al quale sono stati destinati 39mila euro. «Il nostro progetto – evidenzia la dirigente scolastica Annalisa Frigenti – è legato naturalmente al territorio e a recuperare le tradizioni storiche legate all’area etrusca». A scendere nei particolari è la vicaria dell’Istituto comprensivo di Fratte e Matierno, Viviana Mangano. «Sono stati previsti – sottolinea – diversi moduli: oltre a quelli di motoria anche di teatro e drammatizzazione, un altro per realizzare un e-book in inglese. E, ancora, un progetto “Radici per le ali e per il futuro”. Tutti questi sono riservati agli alunni delle quarte e delle quinte delle primarie e delle medie, mentre per i più piccoli sono stati pensanti dei percorsi motori. Noi siamo pronti a partire a tenere quanto più aperta la nostra scuola, anche perché per molti dei nostri alunni l’alternativa a tornare nelle aule di pomeriggio è la strada».
In totale, le scuole salernitane che sono state inserite nella graduatoria a scorrimento sono 167, su un totale, in tutta le regione, di 870 istituti. In totale, in tutt’Italia, le scuole finanziate sono 4mila 633, per uno stanziamento totale di oltre 187 milioni di euro. Di questi, 74,7 milioni vanno alle scuole delle regioni più sviluppate, dove si è registrato un tasso di adesione all’avviso del 37,38 per cento; 9,5 milioni vanno agli istituti delle regioni in transizione, con un tasso di adesione delle scuole del territorio al bando del 41,16 per cento; 102,9 milioni vanno, infine, alle regioni in ritardo di sviluppo.

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