Disoccupato si spara un colpo in testa

L’operaio di Castel San Giorgio da tempo non stava lavorando. Ha lasciato un biglietto in cui ha chiesto scusa ai parenti

CASTEL SAN GIORGIO. Ancora una tragica storia di suicidio, a Castel San Giorgio. È accaduto ieri, a Trivio, una frazione del comune sangiorgese.

È il secondo drammatico evento, dopo l’uomo trovato impiccato da sua sorella esattamente 20 giorni fa, il 10 dicembre scorso. Una fine d’anno che ha sconvolto l’intera cittadinanza. Ieri mattina, l’uomo si è sparato in testa. Non è stato possibile fare nulla. S. A., 58 anni, operaio, ma disoccupato da tempo.

«Una persona perbene. Orgogliosa, non avrebbe chiesto aiuto a nessuno, nonostante i suoi problemi». Così lo descrivono in città, mentre una comunità attonita si chiede il motivo dell’estremo gesto. L’uomo possedeva illegalmente una pistola.

Con quella maledetta arma da fuoco, stretta tra le mani, nella notte tra il 29 e il 30 dicembre, S. A. ha dato fine alla propria vita, sparandosi un colpo di pistola alla tempia destra.

Subito sono intervenuti i carabinieri della locale stazione di Castel San Giorgio, agli ordini del comandante maresciallo Michele Di Mauro, i quali non hanno potuto fare altro che riscontrarne la morte. Inutili i soccorsi. L’uomo era ormai esanime. La salma è stata liberata ed è stata messa a disposizione dei familiari. Un dramma ripetutosi troppo spesso durante tutto il 2013. Adesso gli inquirenti stanno cercando di fare luce sull’accaduto.

La crisi economica, la paura di non farcela, i problemi familiari legati alle difficoltà del mondo del lavoro, la disoccupazione. Infine la scelta di farla finita.

Tuttavia, il quadro della situazione delinea cause e conseguenze precise, anche grazie al ritrovamento di un bigliettino che sarebbe stato scritto dallo stesso suicida, probabilmente poco prima di premere il grilletto, dove chiede scusa alla famiglia per l’atto che avrebbe compiuto.

La tragedia della solitudine, come è stata definita, nella giornata di ieri, da alcuni suoi concittadini. Un dramma, preceduto solo 20 giorni fa da un altro episodio, simile, sebbene consumatosi con modalità diverse. Ancora un 59enne, un uomo di mezza età, ancora un disoccupato di ritorno.

L’uomo, lo scorso 10 dicembre, era stato trovato da sua sorella, impiccato in casa. L’episodio aveva sconvolto l’intera cittadinanza.

Anche in quel frangente, si parlava di una «persona allegra, semplice e che nulla aveva mai fatto pensare ad un gesto “insano” come questo».

Due suicidi nella stessa città. Tuttavia, un fenomeno che riguarda l’intera Penisola, a causa della crisi economica e sociale che stringe in una morsa mortale soprattutto le fasce più deboli.

Davide Speranza

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