Discariche e inquinamento: indaga l’Ue

Dossier dei comitati alla Commissione Ambiente dell’Unione europea su mancate bonifiche e depuratore fantasma

Due discariche da bonificare in località Castelluccio, due vasche usate per lo stoccaggio durante l’emergenza del 2008 e mai risanate nella stessa zona, tre aree da bonificare in via Filigalardi, viale Danimarca e via Bosco Seconda, una discarica chiusa in località Grataglie, l’impianto Stir, le aziende “Nappi Sud” e “Sele Ambiente”. È la fotografia di Battipaglia, città che da anni attende interventi di bonifica ed intanto ospita imponenti impianti per il trattamento dei rifiuti.Nella stessa città passa il fiume Tusciano, che risulta altamente inquinato e che sfocia sulla costa battipagliese, che a breve potrebbe celebrare il poco gradito trofeo del decennio di non balneabilità per circa la metà del litorale. Nel frattempo, i battipagliesi pagano oneri per una depurazione che non esiste (solo i reflui di 15mila cittadini – su un totale di oltre 50mila – sono filtrati prima di finire a mare), ma anche tasse altissime sui rifiuti. Tutto questo, e molto altro, è contenuto nel fascicolo che il comitato battipagliese per le bonifiche ha preparato per la Commissione Ue che ha aperto un fascicolo sul caso Battipaglia.

Depurazione. È in corso la discussione su un progetto di circa 6 milioni di euro per collegare il sistema fognario di Battipaglia al depuratore di Salerno. Intanto, un impianto di depurazione costato circa 60 miliardi delle vecchie lire negli anni’80, costruito con l’intento di filtrare le acque reflue prodotte dai cittadini di Battipaglia ed Eboli, è oggetto di un bando pubblico del consorzio Asi per affidarlo a privati.

Siti di stoccaggio. Servirebbero circa 7 milioni per bonificare i vari siti di stoccaggio e discariche abbandonate esistenti a Battipaglia. Finora sono stati avviati i lavori solo per l’area di Filigalardi (1 milione), ma a preoccupare sono soprattutto i siti sul Castelluccio e l’ex discarica Ismar. Qui niente finanziamenti o bonifica.

Fiume Tusciano. Gli eventi alluvionali degli ultimi mesi non sono bastati per avviare un discorso serio di messa in sicurezza del fiume e di monitoraggio della pulizia per evitarne l’inquinamento.

Inquinamento atmosferico. Risulta attiva e funzionante una sola centralina presso lo Stir. A breve dovrebbe esserne installata una seconda fornita dall’Area 21 della Regione Campania. Nelle prossime settimane sarà effettuato anche in monitoraggio con una centralina mobile dell’Arpac di Napoli. Il comitato ha chiesto di installare un pannello digitale per leggere i dati in tempo reale e di realizzare le previste opere di mitigazione dell’inquinamento atmosferico.

Inquinamento di gas climalteranti da illuminazione pubblica. Il comitato ha sollecitato i commissari a prendere atto dello “stato obsoleto in cui versa l’impianto di illuminazione pubblica che ci risulta essere altamente inquinante per valori eccessivi emissione di Co2. Sarebbe opportuno adottare tecnologie ed energie alternative per diminuire i consumi ed evitare l’immissione in atmosfera di gas climalteranti”.

Piano di servizi. È stato chiesto dal comitato un incontro con il Comune per verificare il piano di igiene urbana. Si chiederà il motivo del mancato accordo per utilizzare l’impianto di compostaggio di Eboli.

©RIPRODUZIONE RISERVATA