Disabili, anziani e minori Polemica al Piano di Zona 

A Sapri la minoranza attacca i vertici: «Le fasce deboli sono senza assistenza» Il consigliere delegato alle politiche sociali: «Strumentalizzazioni politiche»

SAPRI. Non si placa la polemica al Piano di Zona S9: la minoranza accusa nello specifico i vertici di «provvedere esclusivamente ad elargire contributi “ad personam”, spesso su indicazioni di “personaggi-tuttofare”, lasciando disabili, anziani, ragazze madri, minori abbandonati al loro destino». Nel mirino finiscono in particolare la coordinatrice del Piano, Gianfranca Di Luca, «la cui nomina – sostiene la minoranza - è viziata dall’affidamento di un incarico palesemente illegittimo, che prevede pure un importante compenso economico attraverso un contratto di natura “privatistico” per tre anni, forse già firmato», e il consigliere comunale con delega alle politiche sociali, Agostino Agostini, colpevole di essere «indifferente, assieme al sindaco, ai genitori dei bambini disabili senza specialistica scolastica, agli anziani senza telesoccorso, alle vittime del gioco d’azzardo, alle donne maltrattate, ai giovani vittime di dipendenza».
Da Palazzo di Città arriva la replica del consigliere Agostini. «È ormai palese – attacca - come tutti questi “assalti alla diligenza” siano frutto di una strumentalizzazione politica becera, messa in atto da coloro che non sono affatto interessati alla reale crescita delle politiche sociali del nostro territorio. La verità è che abbiamo ereditato un ufficio di piano decimato da dimissioni e scontri velenosi e pieni di astio, un piano con la polizia giudiziaria che provvedeva a sequestrare documenti per denunce fatte nei confronti di cooperative, operatori che denunciavano pagamenti di fatture inesistenti, ma negli archivi la documentazione era sempre carente e inidonea, ancora oggi, a fornire una chiara visione sull’operato svolto».
Il delegato alle politiche sociali ricorda l’internalizzazione del servizio di assistenza, «perché i soldi dell’Inps non vengano assorbiti dalle cooperative “mangia tutto”, ma ripartiti tra gli operatori che lavorano e che oggi si trovano a percepire compensi superiori rispetto a prima», e anche l’istituzione dell’albo delle cooperative.
Intanto un gruppo di genitori di bimbi disabili, uniti in un comitato, dice no a strumentalizzazioni politiche. «I nostri figli non sono merce di scambio e continueremo a combattere affinché i servizi essenziali vengano garantiti». I genitori chiedono al Piano di Zona soprattutto continuità terapeutica, qualità dell’assistenza, interventi diversificati in base agli effettivi bisogni.
Vito Sansone
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