il rinvio a giudizio 

«Disabile violentata da un conoscente»

Per carpire la sua buona fede gli sarebbe bastato pochissimo: quella giovane donna che conosceva da qualche tempo, e su cui aveva posto le sue mire, non conosceva malizia e la sua capacità di...

Per carpire la sua buona fede gli sarebbe bastato pochissimo: quella giovane donna che conosceva da qualche tempo, e su cui aveva posto le sue mire, non conosceva malizia e la sua capacità di difendersi era minorata da un deficit di carattere psichico che la rendeva più vulnerabile. Così non sarebbe stato difficile, per il salernitano A.C., attirarla nella sua abitazione e abusare di lei.
La vicenda è arrivata ieri mattina dinanzi al giudice dell’udienza preliminare Piero Indinnimeo, che ha firmato per l’uomo il decreto di rinvio a giudizio con l’imputazione di violenza sessuale. Negli atti dell’indagine si ricostruisce un contesto difficile, dove la linea di demarcazione tra disagio e violenza avrebbe finito per sfumarsi fino a dare origine a un episodio raccapricciante. I protagonisti della vicenda sono entrambi giovani, e secondo gli inquirenti si conoscevano. Nulla, però, aveva mai lasciato pensare che l’uomo potesse usare violenza, fino a quel 12 ottobre dello scorso anno quando la donna sarebbe stata avvicinata e convinta a seguirlo nel suo appartamento. Lei si sarebbe fidata, senza immaginare che quel coetaneo gentile potesse tirarle un tranello. Invece, una volta all’interno dell’abitazione, l’uomo avrebbe iniziato a porre in essere le sue avances sessuali, prima con approcci cauti e poi con palpeggiamenti sempre più insistenti. Infine, quando lei ha insistito per ritrarsi, sarebbe divenuto ancora più violento al punto da spingerla sul letto e violentarla. È una ricostruzione che con il rinvio a giudizio di ieri passa adesso al vaglio del tribunale, davanti al quale A.C. è chiamato a difendersi anche dall’accusa di avere approfittato della condizione di inferiorità psichica della vittima.
Il processo non sarà facile. L’uomo si è sempre dichiarato innocente e nega ogni comportamento violento. E non è ancora chiaro se la donna si costituirà parte civile, sostenendo l’accusa e chiedendo il risarcimento del danno. Avrebbe potuto farlo ieri mattina, in apertura dell’udienza preliminare, ma per adesso ha rinunciato. Per decidere se partecipare o meno al processo ha tempo fino alla prima udienza del processo di merito, quando il tribunale dichiarerà aperto il dibattimento e si procederà all’acquisizione dei mezzi di prova raccolti dagli inquirenti in poco meno di un anno di indagini. (c.d.m.)
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