Dirigente e capo dei vigili Perplessità su Maiorino

Il consigliere Di Matteo solleva la questione della presunta incompatibilità «Come segretario generale controlla i dirigenti, dunque anche se stesso?»

«Esistono margini di incompatibilità tra il ruolo di comandante della Polizia locale e quello di dirigente del comune metelliano?». È questa la domanda che si è posto il consigliere comunale Massimiliano Di Matteo all’indomani delle nuove nomine a Palazzo di Città. Una perplessità che non ha mancato di sottolineare e porre all’attenzione dell’avvocatura comunale lo stesso Di Matteo che, già in più occasioni in sede di assise cittadina, si è interessato del corretto funzionamento, non solo in termini di gradi e competenze ma soprattutto dal punto di vista delle ripercussioni sull’Ente, all’interno del locale comando di via Ido Longo.

Nei giorni scorsi infatti il sindaco Vincenzo Servalli, oltre ad aver affidato al consigliere Enrico Farano la delega alla Polizia municipale, ha presentato il nuovo dirigente amministrativo con funzioni di comandante: si tratta di Vincenzo Maiorino, già segretario generale dell’Ente e dirigente del quinto settore. Passaggio di consegne che ha visto contestualmente assegnate al predecessore di Maiorino, il tenente colonnello Giuseppe Ferrara, le funzioni di vicecomandante. Occasione, questa, per Di Matteo di porre nuovamente all’attenzione degli avvocati di Palazzo di Città quanto già sollevato sulla scorta delle precedenti interrogazioni consiliari.

«Semplicemente ho richiesto precise delucidazioni – ha detto Di Matteo –, al di là delle ripercussioni per il Comune, e quindi per le tasche dei cittadini, nel caso di eventuali pretese risarcitorie che potrebbero esserci da parte di dipendenti che avrebbero, per esperienza o titoli conseguiti, il diritto a ricoprire questa o quella carica all’interno del comando di Polizia municipale».

Quel che maggiormente interessa a Di Matteo è capire se esista un conflitto di interesse nel ricoprire il ruolo di segretario comunale quale responsabile della prevenzione, della corruzione e della trasparenza del Comune e, contemporaneamente, quello di comandante della Polizia municipale. «Detto in parole povere – ha spiegato il consigliere comunale – se il segretario ricopre un ruolo dirigenziale e deve controllare il lavoro degli altri dirigenti, allora controlla anche se stesso? E qualora gli atti sottoscritti dal segretario generale fossero nulli o illegittimi?».

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