LE PROTESTE

Dirceu, nuovo impianto di drenaggio

Nello stadio dove non si gioca a calcio da ormai due anni, è stato installato un altro motorino accanto a quello preesistente

EBOLI - Continua il viaggio dentro e fuori lo stadio Dirceu. E continuano le sorprese. Dopo la denuncia di alcuni atleti: «È una vergogna, c’è anche un water nel cortile». Dopo la segnalazione nel campo B di calcio, con le panchine danneggiate dal vento e adagiate alle inferriate, alcuni atleti hanno segnalato “un cantiere” abbandonato nel campo sportivo. Dopo lo sfratto del pitbull che minacciava i podisti (è rimasta la cuccia sfasciata), spuntano dei lavori nuovi. Nel Dirceu, dove si allenava la Salernitana Calcio e dove l’Ebolitana raggiunse lo storico traguardo della serie C, c’è uno scavo che campeggia sulla pista di atletica. Si tratta di un intevento per le pompe di drenaggio. Un nuovo motorino, con quattro tubi nuovi. In uno stadio dove non si gioca più a calcio da due anni. E dove l’impianto di drenaggio già c’era. Ed era pure funzionante. Come si spiega questa spesa? Come si giustifica tutto questo degrado? Sulla vicenda è intervenuto Gianfranco Taddeo , preparatore atletico di lungo corso.

Anche da lui parte un appello al commissario Antonio De Iesu a riaprire subito lo stadio per restituirlo agli atleti e agli appassionati: «L’atletica leggera ha sempre fatto parte della storia dello sport ebolitano, 40 anni fa le strutture a disposizione erano veramente poche. C’erano la strada e un campo in terra battuta: erano le uniche possibilità per potersi allenare eppure, nonostante tutto, Eboli ha espresso atleti di profilo nazionale ». La svolta arriva nel 2001 quando è stato inaugurato lo stadio Dirceu «con una pista d’atletica che l’intera provincia ci ha invidiato- ricorda Taddeo- L’atletica leggera si è adeguata a queste nuove opportunità e si è data un’organizzazione nuova: competenze professionali, degne delle migliori società sportive nazionali che hanno dato ben presto i propri frutti. Atleti ebolitani che si sono distinti in competizioni a livello nazionale e regionale, ma anche eventi che la città mai si sarebbe sognata di avere: i meeting di atletica leggera con ospiti olimpionici e giganti dello sport come Fiona May, Andrew Howe e tanti altri. Per settimane intere i meeting giovanili, i raduni federali, i meeting internazionali hanno occupato le pagine sportive dei quotidiani nazionali: il messaggio era chiaro, Eboli stava finalmente aprendo una nuova pagina nel settore dello sport, sogno tragicamente infrantosi contro l’indifferenza della politica che in maniera miope non è stata capace di cogliere i segnali ed intravedere in tali potenzialità la possibilità di dare un senso ad un impianto sportivo che per la comunità per lungo tempo è stato, e lo è ancora oggi, una zavorra economica per l’intera collettività».

Poi la doccia fredda, con gli eventi degli ultimi mesi: un impianto chiuso, l’atletica fermata, bambini e sportivi privati della possibilità di poter spezzare l’isolamento del Covid attraverso la pratica sportiva, una sconfitta lacerante che ferma la storia, che è manifesto inconfutabile di una politica insensibile ed eccessivamente burocratizzata, che vieta a tanti adolescenti di continuare a sognare. «Credo che lo Sport necessiti di cambiamenti radicali e questo cambio di rotta può avvenire solo ricominciando a calpestare quella pista perché è da quel preciso istante che sarà possibile riprogrammare di nuovo tutto. – prosegue Taddeo - Il Comune ha il dovere morale di consentire ai tanti ragazzi di ritornare a vivere quelle emozioni, che solo quella struttura può trasmettere, risolvendo e risanando tutte le incomprensioni».

Stefania Battista