Diplomi presi con inganno Nuovo rischio di processo

La Cassazione ha annullato il proscioglimento deciso dal gup per nove persone Nel rilascio di titoli al “Piaget” di Eboli coinvolti due di San Pietro e Buccino

SAN PIETRO AL TANAGRO. Rischiano nuovamente il processo nove delle undici persone che erano state prosciolte al termine dell’inchiesta che nel 2015 aveva fatto finire nei guai 32 persone, tra alunni e insegnanti della scuola paritaria “Piaget” di Eboli per il rilascio di diplomi a studenti che non avrebbero frequentato le lezioni nonostante risultassero presenti alle stesse. A marzo dello scorso anno il gup del Tribunale di Salerno ha rinviato a giudizio 32 delle 43 persone indagate. Tra le 11 persone prosciolte ci sono anche un alunna quarantenne di San Pietro al Tanagro e una ventottenne di Buccino.

Contro la sentenza di proscioglimento ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione il Procuratore generale della Corte di Appello di Salerno chiedendo l’annullamento della sentenza di proscioglimento “perché il fatto non sussiste”.

L’inchiesta ha coinvolto persone della Piana del Sele, di Salerno e del Cilento ma anche alcuni che abitano a centinaia di chilometri di distanza, e che i registri di classe indicavano presenti senza che si fossero mai mossi dai luoghi di residenza. Dall’incrocio dei dati è risultato che negli orari delle lezioni in molti erano in realtà al loro posto di lavoro, tuttavia la scuola ha attestato le presenze e loro sono stati ammessi, nel 2010, a un esame di Stato che a giudizio degli inquirenti non potevano sostenere.

Il giudice per l’udienza preliminare aveva ritenuto la sussistenza dei reati di falso ideologico e abuso di ufficio soltanto per coloro per i quali vi era stato sicuramente un numero di assenze superiore a quello massimo consentito per l’accesso all’esame di Stato (44 giorni) mentre, per altri allievi, ha rilevato che la prova era limitata a un minore numero di giorni.

«Nel caso di specie – si legge nella sentenza della Cassazione – i primi quarantatré falsi, secondo il gup, rappresenterebbero dei falsi innocui/inutili sino alla commissione del quarantaquattresimo. La lettura logica e conforme a legge della norma incriminatrice è che il falso idoneo ad ingannare (ed è pacifico che quelli in questione lo fossero) non è “grossolano”; che il falso che può produrre gli effetti di fare risultare una condizione giuridica significativa (quale è la presenza in classe per gli effetti sulla carriera scolastica) non è affatto “innocuo”».

I giudici di Cassazione hanno invece ribaltato la decisione del gup e hanno annullato la sentenza e disposto la trasmissione degli atti al Tribunale di Salerno perché venga fatta una nuova udienza preliminare anche se è ormai quasi certo che si arriverà alla prescrizione dei reati contestati.

Erminio Cioffi

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