L'INCHIESTA 

Dipendenti “assenteisti”: a giudizio 4 comunali a Scafati

Affronteranno il processo per l’accusa di truffa allo Stato

SCAFATI. Affronteranno il processo per l’accusa di truffa allo Stato i quattro dipendenti al Comune di Scafati - Vincenzo Picardi, Bruno Giordano, Salvatore Guida e Giuseppe Garofalo - coinvolti nell’operazione antiassenteismo “Mal comune” eseguita dagli uomini della Guardia di Finanza nell’autunno 2016.
Il gup ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio per tutti e quattro, sulla base degli elementi raccolti nella fase investigativa. Il blitz, culmine dell’attività di monitoraggio, fu svolto dagli uomini della compagnia di via Nuova San Marzano, agli ordini del capitano Nunzio Napolitano, che ricostruirono quindici diverse posizioni destinatarie di altrettanti avvisi di conclusione indagini, nell’ambito del lavoro di contrasto ai raggiri sul luogo di lavoro, ipotizzando l’esistenza di un gruppo di «furbetti del cartellino» al Comune di Scafati, tutti accusati di truffa ai danni dello Stato.
Gli attuali indagati, attesi dal dibattimento, per l’accusa avrebbero timbrato il cartellino marcatempo per poi dedicarsi ad attività private, diverse dalle mansioni di lavoro, fuori dai luoghi e dagli orari previsti, in un periodo compreso tra il 29 marzo ed il 6 maggio 2016.
In particolare tutti sarebbero stati “pizzicati”, almeno in un paio di circostanze, lontani dal posto di lavoro mentre risultavano in servizio, o ancora avrebbero coperto qualche collega garantendo la strisciata del badge all’orario di inizio e fine servizio, nell’ambito di un reciproco scambio di favori per la timbratura del marcatempo.
Picardi, Giordano e Guida erano tutti in servizio al settore sport dell’ente, mentre Garofalo lavorava alla sede del comune a Palazzo Mayer. I L’operazione antiassenteismo, scattata in due diverse fasi, in primis registrò dieci sospensioni per periodi diversi. Nel caso specifico oggetto del processo, il giudice non ha ritenuto sussistenti elementi per emettere le misure cautelari di interdizione dai pubblici uffici.
Alfonso T. Guerritore
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