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Dipendenti ancora in presidio «La politica non ci ascolta»

Continua il presidio degli operai delle Fonderie Pisano nello spiazzale all’interno dello stabilimento di via dei Greci. Sono oramai tre i giorni che i dipendenti si sono riuniti lì in attesa di...

Continua il presidio degli operai delle Fonderie Pisano nello spiazzale all’interno dello stabilimento di via dei Greci. Sono oramai tre i giorni che i dipendenti si sono riuniti lì in attesa di essere ricevuti dal prefetto Salvatore Malfi e in Regione Campania per discutere sulle eventuali soluzioni da individuare per scongiurare una seria crisi occupazionale. Non vogliono la cassa integrazione ma tornare a lavorare, in sicurezza e rispettando norme e ambiente. «Ci siamo divisi in gruppi tra chi presidia e chi compie attività di pulizia e manutenzione degli impianti – annuncia Angelo Clemente, delle Rsu – Stiamo lavorando sugli scarichi delle acque e stiamo accompagnando i tecnici di diverse aziende provenienti da Modena, da Bologna e dalla Germania che avranno il compito di capire quali sono le criticità individuate dall’Arpac per eliminarle in maniera definitiva. In più, presenteremo un progetto al Comune per convogliare tutti i nostri scarichi non più nel fiume Irno ma nelle fognature, in modo da eliminare il problema alla base e fare in modo che non si ripresenti. Diverso però il discorso sui camini utilizzati per la captazione dei fumi. Non possiamo potenziarli né aggiungerne proprio per direttive dell’Autorità integrata ambientale. Per farlo, dovremo attenderne il riesame, ma ciò significa che perderemo altro tempo prezioso. Attendiamo fiduciosi gli incontri con le istituzioni e con la politica che a oggi non si è fatta sentire». Dure le accuse infatti verso una classe politica che, alla vigilia delle elezioni amministrative, non ha voluto prendere le parti di chi viene identificato come un mostro. «Nemmeno un politico né un solo consigliere comunale si è presentato qui per rassicurarci – ha proseguito Clemente – Per dirci che andrà tutto bene. Nulla. Quello che continuiamo a volere è lavorare. Non importa dove, basta che non ci tolgano il lavoro».(e.d.a.)

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