Dipendenti all’osso Salerno non riesce a garantire i servizi

I vigili minacciano di disertare San Matteo e le Luci d’artista Mancano addetti alle manutenzioni e al verde pubblico

Strade sporche, aiuole stracolme di erbacce, edifici pubblici abbandonati all’incuria, doppia fila e parcheggi selvaggi. Ma anche scuole sguarnite della vigilanza degli agenti della polizia municipale, tombini che saltano alle prime piogge e microdiscariche lasciate in bella mostra per giorni. Salerno non è più una città che brilla per servizi offerti ai cittadini e le lamentele che quotidianamente accendono i quartieri lo conferma. Con 1109 dipendenti (dirigenti esclusi) garantire funzioni essenziali sul fronte della pulizia, del decoro urbano, della viabilità e della sicurezza, è diventata un’impresa titanica. Nel 2006 la pianta organica poteva contare su 1490 unità e si stimava che il fabbisogno del personale per l’anno successivo doveva raggiungere quota 1609.

Ma con il passare degli anni i dipendenti che sono andati in pensione non sono stati rimpiazzati, nonostante, complice lo sviluppo turistico della città, la mole di lavoro sia cresciuta in maniera enorme. «E a partire da settembre, quando ci sarà una nuova ondata di pensionamenti che riguarderà una cinquantina di dipendenti, molti uffici, come l’Anagrafe, rischiano di restare chiusi», denuncia Angelo De Angelis della Cgil.

Caos vigili urbani. La prima miccia che rischia di esplodere è quella dei vigili urbani. Dei 212 agenti rimasti in servizio, solo 90 sono in strada, con un’età media di 56 anni. Più di un centinaio, per problemi di salute, sono stati infatti dislocati negli uffici. Il risultato è che coprire i turni è difficilissimo, pur ricorrendo agli straordinari. La Cgil aveva chiesto un incontro alla comandante Elvira Cantarella, che però non c’è stato. In compenso, a scatenare le polemiche, ci si è messo un dispositivo con il quale si vieta agli agenti di prendere giorni di ferie dal venerdì al lunedì, per tutto il periodo estivo.

«A questo punto non effettueremo più “extra” e abbiamo invitato tutti i nostri associati a rinunciare agli straordinari – incalza Pasquale Abignano della Rsu – Siamo pronti a indire lo stato di agitazione e uno sciopero generale e, per il 21 settembre, non garantiamo nessun supporto per la processione di San Matteo. Idem per Luci d’artista. Devono ascoltarci, altrimenti chiederemo la rimozione dei nostri vertici». I caschi bianchi puntano a sfruttare la norma nazionale sulle riforme delle province per tirare a bordo gli agenti della provinciale e ad assumere gli stagionali, incrementando il risicato budget di 57mila euro già stanziato. Inoltre «è fondamentale una rimodulazione dell’organico, perché in queste condizioni non riusciamo a garantire più nessun servizio, neppure la presenza all’ingresso delle scuole o la vigilanza nelle ore serali, quando in giro ci sono solo un paio di colleghi».

Il dramma delle manutenzioni. Di operatori di servizi appartenenti alla categoria B ne sono rimasti meno di 200 (nel 2007 erano 446, già ridotti nel 2012 a 337). Parliamo di stradini, addetti alla pulizia delle fogne, alla manutenzione degli edifici scolastici, all’igiene urbana e ai servizi cimiteriali. Si tratta, stando a quanto denunciano i sindacati, di uno dei settori in maggiore sofferenza.

De Angelis snocciola alcuni dati: «al Verde pubblico sono rimasti 12 operai, mentre dieci anni fa erano una sessantina. E tutti hanno superato i 50 anni. Alla segnaletica stradale, sia orizzontale che verticale, lavorano – in emergenza – appena dieci persone, a fronte di un fabbisogno organico stimato in 40-60 unità. Per le tumulazioni, i servizi cimiteriali possono disporre solo di cinque persone quando ne servirebbero almeno diciotto, mentre alla manutenzione del patrimonio (scuole, uffici e arredi urbani) sono in undici per tutta la città».

Vi sembrano pochi? Il capitolo strade e fogne ne conta appena una ventina. «Questo è il motivo per cui i cittadini lamentano continui disservizi: se gli alberi non vengono potati fino a entrare nelle case, se gli edifici scolastici presentano mille problemi, se le caditoie non vengono pulite con la giusta frequenza e alle prime piogge saltano, la colpa non è dei dipendenti comunali, ma del fatto che sono troppo pochi e troppo anziani per fronteggiare un’emergenza continua – sottolinea Gerardo Bracciante della Uil – Chiediamo un incontro urgente all’amministrazione per capire come tamponare questa emorragia ed evitare che si continuino ad esternalizzare servizi. Si tratta di uno spreco economico, mentre invece rivendichiamo una ricognizione del personale in quiescenza per recuperare, così come prevede la legge, il 25 per cento delle unità attraverso nuove assunzioni».

Bracciante sottolinea poi come Palazzo di Città avesse individuato per il triennio 2013-2015, un fabbisogno di personale di 45 unità per coprire ben 165 posti vacanti e che nel piano per la dotazione organica 2016-2018, il numero complessivo dei lavoratori necessario a coprire le prestazioni è di 1267 unità (200 in più delle attuali).

Stando ai calcoli del Comune, tra il 2015 e il 2017 i pensionamenti ammontano a 97, anche se a partire da gennaio dell’anno prossimo, in molti potrebbero optare per l’anticipazione della fine del proprio rapporto di lavoro in virtù di diverse agevolazioni normative.

Igiene urbana al collasso. I dipendenti sono 37 e nonostante il ricorso agli straordinari, non sono nelle condizioni di provvedere alla pulizia di ben sessanta zone loro assegnate. Nel centro storico 11 unità dovrebbero provvedere a 16 zone, in via Capone, a 10 sono assegnate 15 zone, per l’area di via Arce gli addetti sono dieci a fronte di 15 punti, con piazzetta Fasano, dove otto dipendenti non possono gestire 14 zone.

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