Dipendente postale sotto accusa

Rischia il processo perché non restituì i soldi all’anziana che li aveva dimenticati

Risponde formalmente di peculato, il dipendente delle Poste di Nocera Inferiore atteso dall’udienza preliminare il prossimo 24 marzo 2015 per la richiesta di rinvio a giudizio presentata dal pm. I fatti contestati risalgono al marzo scorso: allo sportello postale presso il quale operava quel giorno il dipendente ora sotto accusa - un nocerino cinquantaseienne - un’anziana signora dimenticò i documenti e i soldi della pensione che aveva appena prelevato. Due ragazze notarono poco dopo i soldi e i documenti dimenticati e li consegnarono allo stesso impiegato.

L’uomo ricevette dunque il denaro insieme al codice fiscale, alla tessera bancoposta e al libretto di risparmio dell’anziana, ma, secondo l’accusa, non li restituì alla proprietaria. Di qui la contestazione del reato di peculato mossa nei suoi confronti dalla procura, e della quale dovrà ora rispondere davanti al gup del tribunale di Nocera Inferiore.

«In qualità di cassiere allo sportello dell’ufficio postale di Nocera - recita testualmente il capo d’imputazione, che addebita al reo la responsabilità di quel denaro, ottenuto dalle due sconosciute - e in ragione del suo servizio, era tenuto ancor più di un qualunque cittadino ad attivarsi per riconsegnare i beni».

La vicenda appare davvero singolare se ricostruita nelle sue fasi temporali. L’anziana si reca all’ufficio postale e, giunto il proprio turno, si avvicina allo sportello per ritirare la pensione. Una volta prelevtaa la somma, la donna, probabilmente nella concitazione del momento, andò via lasciando allo sportello il denaro e e il portadocumenti. L’anziana nocerina non poteva sapere del ritrovamento fortuito dei soldi da parte di due ragazze, rimaste sconosciute nel corso dell’inchiesta, nè della consegna dei soldi e dei documenti proprio al dipendente che poco prima le aveva consegnato il denaro. Dopo la denuncia di smarrimento, la vicenda ha assunto contorni giudiziari che troveranno una prima risposta al momento della comparsa davanti al giudice in sede di udienza preliminare. L’impiegato, difeso dall’avvocato Clotilde Supino, rischia il processo per l’accusa di peculato per non aver restituito quanto di proprietà alla signora, pur avendo avuto contezza di dati e indirizzo. La mancanza concretizza così l’accusa di peculato, contesta dall’ufficio inquirente coordinato dal pubblico ministero Federico Nesso, che ha presentato richiesta di processo. L’indagato comparirà davanti al gup del tribunale di Nocera Inferiore, Alfonso Scermino, il prossimo 24 marzo del 2015.

Alfonso T. Guerritore

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