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Dipendente contro il Comune: in aula il 22

ANGRI. Una nuova tegola sull’amministrazione Ferraioli. La dipendente comunale Angela Marciano, già alla guida dei servizi sociali, con un ricorso contesta le modalità di scelta dei capi settore, e...

ANGRI. Una nuova tegola sull’amministrazione Ferraioli. La dipendente comunale Angela Marciano, già alla guida dei servizi sociali, con un ricorso contesta le modalità di scelta dei capi settore, e ora sarà la sezione del lavoro del tribunale di Nocera Inferiore a stabilire se la procedura è stata svolta correttamente. Il Comune di Angri, dal suo canto, si è costituito in giudizio ritenendo le richieste infondate. L’udienza di comparizione delle parti è fissata per il 22 settembre.

Marciano aveva già contestato la nuova modalità di scelta dei capi settore dell’Ente di piazza Crocifisso, formalizzando una diffida al Comune di Angri. Ora il ricorso. Vincitrice di un concorso pubblico, Marciano ha guidato i servizi sociali di Angri in molte amministrazioni comunali, da quella guidata da Umberto Postiglione a quelle di Pasquale Mauri, passando anche per le gestioni commissariali. Insomma per vent’anni circa. Ora dovrebbe essere collocata in pensione entro la fine dell’anno.

Ha presentato la propria candidatura per la guida del settore servizi sociali, ma non è risultata scelta con decreto del primo cittadino. Ferraioli, difatti, le ha preferito Antonio Lo Schiavo.

Con delibera di giunta è stata approvata la nuova struttura organizzativa dell’Ente. Nel contempo, è stato reso noto che il conferimento degli incarichi di responsabile delle posizioni organizzative individuate sarebbe avvenuto attraverso un avviso rivolto ai dipendenti. Gli interessati hanno avuto, pertanto, l’opportunità di presentare le proprie candidature per la guida dell’ufficio prescelto. A conclusione della procedura, il sindaco Ferraioli ha nominato i vari dirigenti, previo colloquio. C’è qualcosa, però, che non ha convinto Angela Marciano, in riferimento alla citata procedura, tanto da indurla a formalizzare il ricorso.

Maria Paola Iovino

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