la polemica 

Diffida all’azienda e alla Regione 

Gli operatori sanitari e la gestione dell’area materno-infantile

Giorni di fuoco, quelli di Natale, per l’ospedale “Umberto I” di Nocera Inferiore, alle prese con carenza di personale e nuove disposizioni che hanno scatenato la reazione dei sindacati e delle forze dell’ordine. Nel mirino la gestione dell’area materno-infantile. Ieri gli operatori sanitari della terapia intensiva neonatale hanno sottoscritto una diffida legale all’attenzione della Regione Campania, del direttore generale dell’Asl Salerno, dei vertici dell’ospedale nocerino, del prefetto e dei sindacati. Gli infermieri si sono rivolti ad un avvocato di Pagani per vedere tutelate le loro istanze.
Nella diffida si richiama la convergenza del personale del nido con quello della Tin. Una decisione che ha creato «una grave situazione disorganizzativa». In questo modo le postazioni di terapia intensiva rischiano di restare sguarnite e il personale è «esposto ad un elevato pericolo di carattere professionale». Gli infermieri contestano «l’atteggiamento assunto dall’Asl Salerno e in particolare dal direttore sanitario del Dea». Per questo precisano che «ogni problema o disservizio sarà ascrivibile ad esclusiva responsabilità dell’amministrazione» e diffidano «l’Asl dal continuare a porre in essere» tale comportamento convocando un tavolo di concertazione entro dieci giorni.
Negli ultimi giorni i turni al nido sono stati coperti da una sola infermiera. La notte tra il 21 e il 22 dicembre la struttura è stata addirittura chiusa. Quella notte è nato un solo bambino, è stato assistito da un’infermiera Tin, mentre un bambino nato nel pomeriggio è stato portato in terapia intensiva per essere aspirato. Sulla vicenda è intervenuto il Nursind. Domenica scorsa il segretario Biagio Tomasco ha sollecitato l’intervento dei vertici aziendali e dei carabinieri del Nas. I militari sono arrivati la mattina di Natale e avrebbero chiesto le copie dei documenti con i turni e le consegne. Non è andata diversamente la notte tra il 25 e 26 dicembre. A coprire il nido un’infermiera dell’unità e una collega della terapia intensiva neonatale. Sono nati quattro bambini, di cui tre prematuri: per uno è stato disposto il trasferimento alla Tin di Avellino, uno è stato ricoverato nella Tin nocerina, un altro è stato tenuto in incubatrice al nido. Se fosse stato chiuso cosa sarebbe accaduto? La sera del 24, invece, un neonatologo non avrebbe avuto il giusto supporto tant’è che una nota sarebbe in procinto di essere inviata alla direzione sanitaria. Un’area molto delicata per vivere una simile situazione.
Salvatore D’Angelo
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