IL CASO FANNULLONI

Diffamazione ai cancellieri, Brunetta torna sotto inchiesta

L'affermazione del politico di Forza Italia toccò 115 tra cancellieri e impiegati

SALERNO - La causa della lungaggine dei processi, secondo l’onorevole Renato Brunetta, era colpa dei “fannulloni” nei tribunali. In un’accesa discussione, durante la trasmissione televisiva l’Arena, trasmessa dalla Rai nel 2016, l’esponente di Forza Italia rispose a domande sul tema dell’assenteismo sul lavoro e, replicando al sindaco di Portici, disse: «Si veda anche l’assenteismo dai Tribunali, perché i Tribunali sono luoghi di inefficienza totale. In qualsiasi Tribunale, se lei va dopo le ore 14 non c’è anima viva e per questa ragione i processi durano 7, 8, 10 anni». Questa affermazione toccò il personale dei Palazzi di Giustizia d’Italia e in 115, tra cancellieri e impiegati, presentarono querela per diffamazione. Settanta di loro, patrocinati dall’avvocato Michele Sarno, sono dipendenti del Tribunale di Salerno. Qui la Procura aveva chiesto l’archiviazione per il reato di diffamazione; il politico, in quella circostanza, secondo i magistrati, aveva come bersaglio dell’attacco le toghe, e la dichiarazione era stata resa nell’ambito di un diritto di critica politica. A conclusione dell’udienza sull’opposizione all’archiviazione, il gip aveva considerato la notizia di reato non fondata e archiviato il procedimento. Non aveva ritenuto neppure pertinenti gli elementi di prova suggeriti dalle parti offese, non ammettendo un supplemento di indagine e l’escussione dei dipendenti che si sentivano chiamati in causa dall’affermazione di Brunetta. Anche per il giudice il riferimento era ai magistrati assenteisti e non ai dipendenti che, al contrario, hanno l’obbligo di marcare entrata e uscita. Quella decisione è adesso ribaltata dalla Cassazione, secondo cui quella del gip è stata una conclusione sbagliata. Le parti offese andavano sentite, come andava acquisita la registrazione della puntata. Gli “ermellini” hanno quindi annullato il decreto di archiviazione e rinviato gli atti al gip di Roma per l’ulteriore corso.

(m.l.)