«Difendere anche il seme del S. Marzano»

La proposta dei produttori del pomodoro dopo gli attacchi al marchio arrivati dall’Unione europea

Vertice a Sarno sulla tutela del pomodoro San Marzano Dop.

Slogan dell’incontro, tenutosi nella sede di una delle cooperative produttrici del San Marzano, è stato l’hashtag #SaveSanMarzanoDop, Erano presenti il presidente della Coldiretti Salerno Vittorio Sangiorgio, il direttore della Coldiretti Enzo Tropiano, il vicesindaco Gaetano Ferrentino, l’assessore all’Agricoltura Dea Squillante e una folta rappresentanza di agricoltori.

L’incontro nasce dalle esternazioni del Commissario Europeo all’Agricoltura della settimana scorsa che aveva definito come «non ad appannaggio dei produttori italiani la coltivazione in Belgio della varietà del pomodoro coperta dalla certificazione di Denominazione di origine protetta».

Gli agricoltori e il presidente della cooperativa agricola Danicoop Edoardo Angelo Ruggiero, nonché socio del Consorzio di tutela del Pomodoro San Marzano Dop, hanno chiesto alle autorità competenti di porre in essere azione idonee a tutelare non solo la varietà del pomodoro inscatolato, ossia del pelato, ma anche in grado di estendere la protezione al frutto, la cui coltivazione non ha alcuna delimitazione geografica.

Ad accoglierne le richieste è stata l’assessore Squillante: «L’amministrazione intende mettere in campo tutti gli strumenti necessari affinché la certificazione del Dop, sia estesa anche al pomodoro fresco, in modo da evitare che questo frutto sia coltivato in territori diversi e in modo da tutelare gli agricoltori locali. Perciò – spiega l’assessore- Abbiamo avviato un dialogo con le altre amministrazioni». Sangiorgio ha poi aggiunto: «Dobbiamo fare questa battaglia perché è un progetto di prospettiva per il territorio e per i giovani», ha infatti affermato.

Sull’iniziativa dell’Anicav che ha rivolto al Consorzio di Tutela del San Marzano Dop la proposta di creare una supplementare varietà di San Marzano a marchio IGP, ha risposto: «Significherebbe indebolire il brand e il lavoro che hanno fatto i produttori negli ultimi 20 anni».

Ruggiero ha concluso: «Il nostro prodotto è continuamente contraffatto. Dobbiamo proteggere il nostro valore aggiunto, ovvero gli agricoltori, che sono unici al mondo e fanno sì che si abbia un prodotto di qualità da 150 anni».

(r. c.)

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