«Dietro le coop dell’Agro i lavoratori sottopagati» 

La Cgil chiede una verifica in tutte le zone industriali, soprattutto a Sarno Venti ore al giorno in alcune aziende, 18 per confezionare capi di abbigliamento

La Cgil chiede una verifica a tappeto da parte dell’ispettorato nazionale del lavoro per tutte le aree industriali di Nocera Inferiore e anche per quella di Sarno. Sempre più voci segnalano la presenza di contratti di comodo con lavoratori sottopagati anche per pochi euro e non mancherebbero casi di lavoro a nero. «In relazione alle tante voci raccolte s’impone un’immediata ispezione da parte dell’ispettorato nazionale del lavoro alle aziende che opere nelle aree industriali di Nocera Inferiore e di Sarno - afferma Arturo Sessa, segretario provinciale della Cgil Salerno –. Una necessità non solo per restituire la dignità e i diritti ai lavoratori ma anche per far emergere, qualora riscontrate, sacche di lavoro nero e di evasione contributiva. Si tratta di aree industriali dove le sigle sindacali confederali hanno grandi difficoltà ad entrare e dove spopolano altri sindacati che spesso assumono e rivestono un ruolo del tutto improprio e lontano dalla mission sindacale vera e propria, chiedendo, ad esempio, l’applicazione di contratti che disciplinano a ribasso le retribuzioni, gli inquadramenti e più in generale i diritti dei lavoratori dei vari settori».
Insomma, ci sarebbe qualche sindacato che sarebbe molto più comodo per alcuni imprenditori. E ci sarebbero anche, a Sarno, aziende che pagherebbero 20 euro al giorno pure per duri lavori, come accadeva con i 18 euro per una dipendente specializzata di un’azienda di confezionamento capi di vestiario nell’area di Fosso Imperatore (dove insistono aree industrializzate con diversi e indipendenti interventi). Tutti esempi di persone sfruttate e che accettano di lavorare a salari da fame pur di avere qualcosa da portare a casa ma c’è chi si ribella.
«Altra grave anomalia – denuncia ancora Arturo Sessa - è l’uso inappropriato delle cooperative. Le coop sempre più spesso sostituiscono infatti gli organici aziendali abbattendo così i costi di produzione. Riescono a farlo attraverso forzature applicative di istituti a partire dai cosiddetti soci lavoratori, una figura che spesso è uno stratagemma per mascherare lo sfruttamento di quelli che in realtà sono veri e propri dipendenti».
Quello dell’uso inappropriato delle cooperative è un vecchio problema, già noto negli anni Novanta e che ora si starebbe riproponendo con forza. «Quella che stiamo portando avanti non è una battaglia solo a favore di chi presta la propria opera ma anche per gli imprenditori onesti, ligi al rispetto delle leggi e dei contarti di lavoro, che subiscono una concorrenza sleale. In definitiva è una battaglia di civiltà e di dignità oltre che di legalità».
Importante sarà anche il controllo dei contratti di part time che in realtà sono di full time o le ore aggiuntive prestate rispetto al contratto ma non pagate. E ci sarebbero anche molti esempi di buste paghe differenti rispetto alle ore lavorate. Non sarà facile far collaborare i lavoratori, molti dei quali temono di essere licenziati ma chi eventualmente dovesse arrivare a fare pressioni sui dipendenti al fine di far dichiarare il falso sarà passibile di denuncia penale.
Salvatore De Napoli
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