«Diele frenò soltanto dopo l’impatto» 

Confermata l’assunzione di droga e la compatibilità con l’allungamento dei tempi di reazione. L’attore rischia 8 anni

Per tre secondi Domenico Diele ha avuto nella sua visuale lo scooter di Ilaria Dilillo e ciò nonostante non l’ha vista, o non si è reso conto di quanto fosse vicina. Ha frenato solo dopo l’impatto, ma non subito: ci sono voluti altri 2,2 secondi perché, dopo avere travolto la donna, l’attore toscano provasse a fermare la vettura. Sono dati che emergono dalla perizia dell’ingegnere Alessandro Lima, a cui il giudice dell’udienza preliminare Piero Indinnimeo ha affidato i rilievi sull’Audi A3 con cui lo scorso giugno Diele ha investito e ucciso la 48enne salernitana sull’autostrada A2, nei pressi dello svincolo di Montecorvino. Ieri mattina Lima e gli altri periti (lo psichiatra Antonello Crisci e il tossicologo forense Ciro Di Nunzio) sono stati ascoltati dal gup nel corso dell’udienza preliminare, alla presenza del pubblico ministero Elena Cosentino, dei difensori Giuseppe Montanara e Ivan Nigro e dell’avvocato di parte civile Michele Tedesco, tutti affiancati dai consulenti di parte. Le relazioni di questi ultimi sono state depositate e saranno esaminate nel corso della prossima udienza fissata per l’11 giugno (quando dovrebbe anche essere emessa la sentenza) ma intanto dalle deposizioni dei periti sono emersi alcuni punti fermi riguardo ai tempi di reazione che il 32enne aveva quella notte tra il 23 e il 24 giugno e all’assunzione di sostanze stupefacenti. Le analisi hanno rilevato la presenza nel sangue di sostanze cannabinoidi (hashish) in un quantitativo di 104 nanogrammi per litro e i periti hanno evidenziato come, in base a uno studio scientifico del 2018, già 30 nanogrammi bastino per creare uno stato di alterazione psicofisica.
Stabilire se e quanto l’assunzione di droga abbia influito sulle capacità reattive di Diele è fondamentale per l’applicazione dell’aggravante contestata dalla Procura, che per l’imputato ha chiesto una condanna a otto anni. La difesa punta sul passaggio della perizia in cui il ritardo nella frenata si ritiene attribuibile anche a una distrazione, ma di contro pesa la risposta che il perito ha fornito ieri a una precisa domanda del giudice: «Nella mia esperienza – ha detto in sintesi l’ingegnere Lima – non mi è mai capitato di vedere una persona che, in uno stato di normalità, non abbia alcuna reazione per due secondi dopo l’urto». Una valutazione che si aggiunge a un altro dato, secondo cui uno degli effetti specifici dei cannabinoidi è quello di distorcere la percezione delle distanze. Il che spiegherebbe anche i tre secondi in cui Diele ha avuto Ilaria Dilillo nel suo campo visivo, ma non ha frenato.
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