«Diamo al Gregge un’identità ecclesiale»

Monsignor Moretti nella lettera inviata a tutti i sacerdoti: «Aiutatemi a fare discernimento sulla scelta da prendere »

“Richiesta di un parere”. Questo l’oggetto della mail che sabato 12 marzo l’Ufficio diocesano Comunicazioni sociali ha inviato a tutti i sacerdoti della diocesi di Salerno-Campagna-Acerno con allegati due file. Il contenuto del primo documento l’abbiamo già reso noto ieri, e si tratta della lettera che l’associazione “Opera del Gregge del Bambino Gesù” ha inviato al vescovo Moretti col fine di arrivare a una «riconciliazione» con l’intera comunità diocesana; il secondo è un messaggio scritto dallo stesso pastore della chiesa salernitana che, senza troppi giri di parole, invita i consacrati salernitani non solo a leggere la lettera del Gregge ma soprattutto a riflettere sulla reale possibilità di riconoscere il gruppo come parte integrante della comunità di fedeli, riconoscendogli quindi una valenza canonica.

«Carissimi, nel cuore della celebrazione del Giubileo straordinario della Misericordia – premette Moretti nella sua missiva – sento il bisogno di accogliere il messaggio allegato dell’associazione “Opera del Gregge del Bambino Gesù” e condividerlo con ogni sacerdote della diocesi. In esso, i membri dell’associazione hanno espresso la volontà e l’impegno di condividere apertamente con tutti quelli che fossero interessati la loro esperienza e di superare tutto ciò che è stato nel passato motivo di sofferenza, di divisione e di lacerazione nella nostra Chiesa salernitana».

E poi si sbilancia: «In vista di una chiara e definita identità ecclesiale che desidero dare all’Associazione – ed è forse questo il passaggio che ha scatenato brusii, malumori e finanche chiare rimostrazioni all’interno dell’ala che, nella diocesi salernitana, da sempre si oppone ai seguaci di Caterina – mi permetto di chiedere in merito un tuo specifico contributo, personale e riservato, da inviare a me in busta chiusa oppure al mio indirizzo personale di posta elettronica entro il mese di aprile, che mi aiuti a fare discernimento circa le modalità del futuro cammino diocesano, vissuto nel rispetto delle pluralità delle esperienze e nella comunione dell’unica missione della Chiesa, così come ci chiede il Signore. Colgo l’occasione per rinnovarti la mia amicizia e stima».

Le reazioni, come detto già ieri, non si sono fatte attendere; evidentemente la casella mail del vescovo negli ultimi giorni si sta riempendo a dismisura e i più acerrimi nemici del Gregge non si sono limitati a comunicare in maniera «personale e riservata», così come aveva chiesto Moretti, la loro fervida opposizione all’apertura al gruppo di preghiera da molti considerato più simile a una setta che a un’associazione religiosa, ma hanno condiviso pubblicamente le loro intenzioni. Le acque si sono agitate anzitempo e il vescovo si è visto obbligato a rispondere, anche in maniera piccata, ai prelati che hanno avanzato le loro perplessità. «Mi permetto di osservare – replica monsignor Moretti ai sacerdoti che hanno addirittura firmato un documento contrario al Gregge – che ho avuto modo di parlare del “gregge” solo con alcuni di voi e in maniera superficiale. Pertanto mi meravigliano le perentorie affermazioni da cui risulterebbe il contrario. Infine ritengo che la vostra proposta, comunicata senza che io ne sapessi nulla, a tutti i sacerdoti, sia un diversivo volto a creare confusione più che un contributo utile a costruire la comunione ecclesiale, che dovrebbe essere il vero interesse di tutti».

Tanto a Salerno che in provincia, soprattutto nella forania di Eboli, alcuni parroci si stanno organizzando per chiedere un incontro pubblico con il vescovo per discutere della questione “Gregge”.

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