Di Maio: «Carfagna provi che è stata offesa dai grillini»

Il vicepresidente della Camera Di Maio, ospite al Giffoni Experience replica polemicamente alla parlamentare salernitana. E ai giovani consiglia: «Siate più arrabbiati che speranzosi»

«Sfido la deputata Mara Carfagna a provare che le persone che l'avrebbero insultata abbiano sulla carta d'identità scritto grillino o abbiano dichiarato di aver votato il Movimento 5 Stelle». Così il vicepresidente della Camera dei Deputati, Luigi Di Maio, ospite al Giffoni Experience a margine di un incontro con i giurati Masterclass. «Io credo - ha aggiunto Di Maio - che in questo momento la rete sia come una macchina utile se ti porta da un posto all'altro, pericolosa se cominci a correre e investi le persone. La rete è come tutte le cose della società. Non è che se io ricevo lettere minatorie chiedo di chiudere le Poste perché non sono pericolose loro, ma la persona che mi ha inviato la lettera minatoria. In ogni caso, la rete è importantissima perché sta portando a galla casi non di cattiva politica ma di cattiva umanità. Vi sono delle persone - ha concluso - che si comportano in maniera pessima e di cui va condannato il loro turpiloquio, le loro reazioni». «Non direi mai ad un ragazzo abbi speranza, le cose miglioreranno. I giovani non devono essere persone che sperano, ma persone arrabbiate del fatto che stanno pagando per scelte fatte quando ancora non erano nate». Si rivolge così ai giurati Masterclass il vicepresidente alla Camera dei Deputati, Luigi Di Maio, ospite oggi al Giffoni Experience. «I giovani - incalza Di Maio - devono togliersi dalla testa l'idea che lo Stato deve dargli qualcosa. Io, quando ho smesso di sperare che altri cambiassero al mio posto le cose, mi sono rimboccato le maniche e ho iniziato a reagire. Ci vuole rabbia e ragione, parlo di sana rabbia che è altra cosa rispetto all'odio. Ai ragazzi bisogna dire di essere arrabbiati e canalizzare la loro rabbia nella partecipazione. Per migliorare il mondo intorno a loro, non basta la speranza ci vuole la partecipazione». «La politica - ha proseguito - è stata totalmente abbandonata dai cittadini. Magari, se ci fosse stato più controllo da parte di chi stava fuori nei confronti di chi stava nei palazzi, forse oggi le cose sarebbero diverse. Dobbiamo riappropriarci degli spazi dove si decide. Per anni il Parlamento ha dormito, ora bisogna dargli una svegliata e lo possono fare solo i cittadini». Tante le domande rivolte al vicepresidente dai giurati: «Ho incontrato - aggiunge Di Maio - anche il presidente della Repubblica, ma l'emozione che sto provando oggi è ineguagliabile. Ho un pò di sincera e sana paura che non mi ha mai assalito in quegli ambienti dove il clima ovattato è anche rassicurante. Qui il confronto è vivo ed emozionante».