Devastazioni in città, la gang dal giudice 

Attesa per gli interrogatori ma i filmati li inchiodano: nel raid dell’11 ottobre danneggiarono 60 auto e un’ambulanza

Domani potranno raccontare la loro verità anche se molti temono la documentazione in possesso degli inquirenti. Ai nove arrestati martedì, fa paura l’accusa di devastazione. Il gruppo per un’ora danneggiò una sessantina di auto nel raid dell’11 ottobre.
Per gli avvocati Vincenzo Calabrese, Fortunato De Felice, Teresa Giovanna La Mura, Amato Del Giudice, Enrico Bisogno, Antonietta Raimondi, Catello Ascione e Franco Oliva sono ore di studio. Domani, saranno ascoltati. A finire ai domiciliari sono stati: il 29enne Ciro Torino detto l’ “Aulivaro”, il ventenne Carlo Verde e il gemello Gaetano, il 24enne Francesco Iaquinandi, il ventenne Corrado Fiamma, i ventunenni Roberto Pagano e Antonio Marrazzo, il 19enne Alfonso Ciancia, tutti di San Marzano Sul Sarno e il 30enne Antonio Iaccarino di Pagani. E mentre sulla comunità di San Marzano è calato un imbarazzato e imbarazzante silenzio (basta vedere i pochissimi commenti nei gruppi Fb che si rifanno al comune dell’Agro nocerino) sono invece diverse le voci che si sono levate a Salerno per analizzare quello che è accaduto.
Mariarosaria Vitiello, consigliere politico del presidente della Provincia per le Politiche culturali educative e scolastiche, scrive: «La lunga scia di violenza ad opera delle babygang è un fenomeno in forte espansione in Italia. È riduttivo considerarlo una realtà che nasce per emulazione di serie televisive come Gomorra. È invece una condizione figlia dei nostri tempi e della mancata autorevolezza e riconoscimento dei ruoli educativi a partire dalla funzione genitoriale a quella formativa. Puntualmente in questi casi, le critiche si dividono tra coloro che chiedono la prevenzione e coloro che vogliono la repressione con punizioni e pene eclatanti. Ciò che invece è stato dimostrato è che le due cose vanno di pari passo – sottolinea Vitiello - La violenza può ridursi solo se si riesce a creare un sistema di più comunità educanti sul territorio, se si osservano i fenomeni con continuità e se ne studiano gli sviluppi a lungo termine e con costanza. È inutile agire sull’onda delle emergenze – incalza – È importante che le vittime sentano la presenza dello Stato, ma è altrettanto importante dare supporto alle funzioni genitoriali ed educative per le famiglie più fragili e che vivono ai margini e che molto spesso allevano piccoli carnefici, che sono figli del nostro tempo e che con il loro comportamento violento manifestano un disagio interiore a cui non sanno dare altra risposta».
A sottolineare il problema di una mancata videsorveglianza efficace e diffusa su tutto il territorio comunale è il capogruppo di “Salerno per i Giovani” e vicepresidente della commissione comunale sulla mobilità Donato Pessolano: «L’80 per cento dei reati possono essere scoperti con l’installazione di un capillare sistema di videosorveglianza agganciato con le centrali operative delle forze dell’ordine. A Salerno, le telecamere sono poche e qualcuna non funzionante e non sono collegate con i carabinieri ma solo con la questura – denuncia Pessolano – Per fortuna, ci si avvia ad installare un nuovo sistema di videosorveglianza in città, stanziati circa 300 mila euro per nuove telecamere. Bisogna mettere insieme le videocamere pubbliche e dei privati, e attivarne di nuove all’Olivieri e al porto in zona stadio Arechi e industriale per arginare la prostituzione, e a via Spinosa».
Salvatore De Napoli
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