Nello Longobardi

OPERAZIONE SARASTRA

Depone Longobardi: «Sono stato sempre vittima dei clan»

L’industriale ha raccontato al giudice tutte le intimidazioni subite

SCAFATI - Sette ore è durato l’ultimo atto degli incidenti probatori chiesti e ottenuti dalla Procura Antimafia di Salerno nell’ambito del processo Sarastra per appurare un possibile patto tra politica e camorra a Scafati in cambio di voti e appalti. Ieri mattina, davanti al giudice Emiliana Ascoli presso l’aula B della Corte d’Appello di Salerno, si è tenuto il controesame di Lello Lupo , ex consigliere comunale e organizzatore nel 2013 della lista civica “Grande Scafati” per le amministrative tenutesi nella città dell’Agro nocerino sarnese, che ha continuato a confermare le sue dichiarazioni rese alla Dda nei mesi scorsi. Lupo, difeso dagli avvocati Guglielmo Scarlato e Resia La Mura , ha spiegato, come avvenuto in occasione della prima fase dell’incidente probatorio avvenuta la settimana scorsa, che nel 2015 i voti di alcuni esponenti della criminalità organizzata di Scafati erano per Pasquale Coppola , già presidente del consiglio comunale di Palazzo Mayer e candidato alla Regione Campania contrapposto a Monica Paolino, consorte dell’ex sindaco Pasquale Aliberti (presente ieri in aula insieme agli altri imputati, eccezion fatta per Roberto Barchiesi). Inoltre, a Lupo sono stati chiesti dei suoi rapporti con esponenti locali del centrosinistra e della destra anti- alibertiana. Ma quella di ieri non è stata solo la giornata in cui è stato ascoltato l’ex consigliere provinciale. Poco dopo le 12, infatti, è toccato anche a Nello Longobardi , parte offesa nel procedimento partito nel settembre del 2015. Difeso dall’avvocato Giovanni Annunziata, l’imprenditore conserviero ha confermato le dichiarazione rese agli inquirenti nei mesi scorsi, spiegando di essere stato personalmente vittima della camorra e vessato dalla famiglia Ridosso e Alfonso Loreto.

Domenico Gramazio