Depenalizzate le accuse a frate Gigino

Per le presunte lacrime di sangue sulla statua del bambin Gesù fra Gigino non potrà essere condannato e nemmeno processato. Dopo due rinvii che hanno fatto slittare di oltre un anno l’inizio del processo per abuso della credibilità popolare, all’udienza fissata per gli inizi di giugno il giudice Gabriella Passaro non potrà fare altro che pronunciare una sentenza di assoluzione, applicando la legge che nel frattempo ha depenalizzato il reato. Il fascicolo sarà quindi trasmesso all’autorità amministrativa (che in questo caso dovrebbe essere il prefetto) e a padre Luigi Petrone potrà essere applicata tutt’al più una contravvenzione.

Eppure il procedimento penale era nato molto prima che il pacchetto delle depenalizzazioni entrasse in vigore. L’avviso di conclusione delle indagini è dell’ottobre 2013, agli inizi del 2014 il sostituto procuratore Roberto Penna ha firmato il decreto di citazione a giudizio e l’udienza è stata fissata dopo un anno, nel marzo del 2015. Il processo però non si è mai aperto. A marzo dello scorso anno l’udienza è slittata per assenza del giudice, con rinvio al novembre scorso, quando però non si è potuto far nulla per assenza dell’imputato, che ha fatto pervenire in Tribunale un certificato medico attestante il ricovero in day hospital. Il nuovo rinvio prevedeva che passasse un altro anno, ma la Procura ha chiesto un’anticipazione e tuttavia neanche questa è bastata per arrivare prima delle depenalizzazioni.

Secondo gli inquirenti fra Gigino aveva collocato lui stesso, con l’aiuto di una siringa, le gocce di sangue comparse nell’ottobre del 2010 sulla statua del bambinello che aveva portato con sé dalla Terra Santa. Si gridò al miracolo, anche se sull’episodio la Chiesa non si è mai pronunciata. Adesso non potrà farlo più neanche la giustizia penale.

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