«Denuncerò in piazza vizi e abusi dei politici»

Frate Gigino rilancia e annuncia una manifestazione pubblica per il 16 aprile «Farò come Sant’Antonio, non ho paura di fare rivelazioni davanti alla gente»

Assume contorni sempre più polemici la querelle tra frate Gigino e l’amministrazione metelliana per i festeggiamenti di Sant’Antonio. Proprio ieri infatti il frate ha lanciato una provocazione alla classe politica cavese. «Amici e devoti tutti... Parlerò in piazza Duomo, denuncerò vizi e abusi dei nostri politici». È questo l’ultimo annuncio del rettore del Santuario di San Francesco e Sant’Antonio sulla sua pagina social, alla luce degli sviluppi in merito ai festeggiamenti in occasione del prossimo 13 giugno di Sant'Antonio da Padova e del muro alzato dall’amministrazione metelliana nei confronti di una manifestazione che ha ricevuto parere negativo da Palazzo di Città.

È dunque lungi dal placarsi la controversia. Il francescano infatti non ci sta, e dopo aver sguinzagliato i propri avvocati, ora si cala proprio nei panni di quel santo che – tra polemiche e contestazioni – ci si appresta a celebrare. «Voglio essere proprio come Sant’Antonio con i suoi sermoni – scrive ancora frate Gigino in rete – smascherare vizi e abusi, parlerò in piazza Duomo. Non ho paura di denunciare tutto».

Senza mezzi termini padre Luigi Petrone parla di “abusi d'ufficio” e “capricci politici” che vorrebbero costringerlo a ridimensionare drasticamente i piani per le imponenti celebrazioni del prossimo giugno.

Sogni infranti? È ancora tutto da vedere. Per ora c’è la mediazione dei legali del francescano che starebbero cercando di trovare un punto d’incontro con gli uffici tecnici per quanto riguarda le questioni di sicurezza e che – qualunque sia l’esito – hanno consigliato a padre Luigi Petrone di non annullare del tutto i festeggiamenti per non deludere i cavesi suoi sostenitori.

Ma in ballo c'è anche l'occupazione del parcheggio antistante il Santuario per l'installazione di un imponente struttura luminosa: da un lato l'amministrazione che calcola un mancato incasso per la Metellia di almeno 40mila euro, dall'altro fra’ Gigino che suggerisce di rifare i conti considerato che - stando a quanto precisato proprio qualche giorno fa – si tratterebbe di “sacrificare” solo 20 posti a vantaggio di migliaia di presenze.

C'è poi la questione spettacolo pirotecnico su Monte Castello: bisognerà vedere chi ha la testa più dura, perché se il sindaco Servalli è disposto a scendere a patti sulla durata della festa, diversamente è intenzionato a fare per i fuochi sul Monte. Al riguardo è stato categorico e lo ha scritto proprio nella lettera indirizzata a frate Gigino: «Da sempre al Castello si sparano solo i fuochi per le celebrazioni del Santissimo Sacramento». Ma a quanto pare altri tipi di fuochi ci saranno in piazza Duomo. Non resta che attendere sia il chiarimento voluto dall’avvocato Senatore, rappresentante di padre Luigi, che l’appuntamento in piazza Duomo per l’annunciato “comizio” del francescano che dovrebbe tenersi il prossimo 16 aprile.

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