Denunce e documenti falsi A giudizio un finanziere

Il militare di Pontecagnano andrà a processo con un collega e altre tre persone L’inchiesta riguarda le attività illecite a Scafati di un’agenzia di pratiche auto

SCAFATI. Sono stati rinviati a giudizio per truffa e falso i due militari della Guardia di finanza Salvatore Canzio, 47 anni, di Pontecagnano, e Vincenzo Quercia, 44, di Telese Terme. Con loro andranno a processo Lucia Bosso, 47, di Pompei, responsabile dell’agenzia di consulenza automobilistica “Lucky” di Scafati, Alfonso Annunziata, 46, di San Marzano sul Sarno, e Giona Buonocore, 55, originario di Pagani e residente a Nocera Inferiore, titolare di un’agenzia di pratiche auto.

Il processo è stato fissato al prossimo 15 maggio 2014 e si terrà davanti al tribunale monocratico.

Al centro dell’indagine c’è il finanziere Canzio, accusato di vari episodi di falsificazione di documenti per ottenere svariati benefici. In concorso con Buonocore, il militare è indagato perché avrebbe presentato cinque falsi verbali di ricezione di denuncia orale relativi allo smarrimento di documenti di auto; da solo risponde invece dell’accusa di aver aggiunto ad una denuncia la firma - naturalmente falsa - di un militare suo collega assente; con la Bosso, è accusato di aver effettuato una voltura assicurativa da un’auto all’altra, di sua proprietà, senza che ce ne fossero i presupposti, configurando il reato di falso ideologico in certificati con il ruolo di pubblico ufficiale, grazie al beneplatico della donna; in concorso con Annunziata, Canzio risponde della cancellazione dalla centrale rischi e della riabilitazione dei protesti a suo carico con un escamotage che è finito all’attenzione degli inquirenti: Annunziata, firmando da ultimo giratario su degli assegni protestati, formò una falsa quietanza per ottenere un falso titolo di credito. L’ultimo capo d’accusa per Canzio è quello di falsa ricezione di denuncia in concorso nell’esercizio delle sue funzioni con il collega Quercia.

Giona Buonocore risponde invece da solo di falso ideologico in qualità di pubblico ufficiale, per aver utilizzato false denunce presso uffici per il disbrigo di pratiche dei suoi clienti.

Dal procedimento in questione è stata invece stralciata l’accusa, ancora per Canzio, di truffa in concorso con un titolare di concessionaria per aver acquistato un’auto formalmente appartenente alla concessionaria stessa, beneficiando dei vantaggi fiscali sui trasferimenti di proprietà e sulla tassa di possesso: in pratica l’auto era sua di fatto ma risultava della concessionaria.

Alfonso T. Guerritore

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