il retroscena

Denunce anonime e veleni interni È il tempo dei corvi

Attriti, sospetti, forse invidie: c’è questo e altro in una lettera dattiloscritta giunta in Procura da ambienti universitari, nella quale si lanciano accuse pesanti alla gestione dell’Ateneo targata...

Attriti, sospetti, forse invidie: c’è questo e altro in una lettera dattiloscritta giunta in Procura da ambienti universitari, nella quale si lanciano accuse pesanti alla gestione dell’Ateneo targata Tommasetti. Una lettera che apre per l’Università di Salerno la stagione dei “corvi”, palesando un magma di malcontento in cui le frizioni tra le diverse anime accademiche ribollono fino a invocare l’intervento della magistratura. La lettera, datata 23 luglio, è stata spedita pochi giorni dopo che sono divenute di dominio pubblico la richiesta di rinvio a giudizio per il docente Ciro D’Apice (accusato di concussione) e la conclusione delle indagini sulla truffa dei fondi europei, che vede indagati lo stesso professore insieme ad altre undici persone tra colleghi e personale amministrativo. Gli estensori del documento si rivolgono allo stesso magistrato che ha condotto quelle inchieste, il sostituto procuratore Rocco Alfano, sottoponendogli una serie di presunte irregolarità nella gestione delle procedure di appalto e nel reclutamento di personale a tempo determinato. «Ci scusiamo se per ora non firmiamo la denuncia, per paura di ritorsioni», si legge in coda alla lettera, ma nelle tre pagine e mezzo scritte al computer si fa riferimento a link del sito d’internet di Ateneo, bandi di gara e presunti favoritismi su cui si invita la Procura ad accendere i riflettori.

Non si sa se e quanto le segnalazioni saranno oggetto di indagine; la linea del procuratore capo Corrado Lembo è quella di non dare seguito alle denunce anonime, invitando piuttosto chi è al corrente di possibili reati a uscire allo scoperto e fornire i riscontri. In questo caso, sebbene senza firma, la denuncia è però circostanziata, e gli inquirenti potrebbero decidere di procedere a una verifica almeno preliminare, prima di valutare se andare o no avanti con un fascicolo di indagine. Tra le gestioni su cui si invita a fare luce c’è quella della Fondazione universitaria (che bandisce gare d’appalto ma sfuggirebbe ai controlli interni di trasparenza) e l’altra della società interinale di Milano a cui sarebbe stata affidata la selezione di quindici unità assunte con contratti a tempo, di cui – secondo i denuncianti – non è stato possibile conoscere i nomi. Toccherà adesso alla Procura decidere se chiedere chiarimenti, con i poteri dell’autorità giudiziaria.

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