IL CASO

Delocalizzazione Pisano: diffida per il no ai lavori

Accesso agli atti delle “Fonderie” dopo l’ordinanza del Comune di Buccino

BUCCINO - Diffida ad accedere agli atti dell’ufficio tecnico sulla zona industriale di Buccino. È quanto inviato e notificato dai legali della società Fonderie Pisano di Salerno al sindaco del Comune della Valle del Sele, Nicola Parisi. La diffida è nata dal diniego da parte dell’ufficio tecnico comunale ai Pisano ad iniziare i lavori edilizi di messa in sicurezza ripristino e sistemazione nel lotto industriale numero 22 sito in area Asi, nella zona industriale di Buccino - e acquistato dalla società titolare dello storico stabilimento industriale di Fratte per la delocalizzazione delle Fonderie dall’attuale sede di via dei Greci.

Il diniego agli interventi di riqualificazione del capannone dove dovrebbero sorgere le nuove Fonderie Pisano è scaturito dal provvedimento sindacale emanato l’11 marzo scorso con il quale il sindaco di Buccino ha disposto la sospensione immediata del rilascio di ogni autorizzazione edilizia riguardante gli stabilimenti presenti nella zona industriale della Valle del Sele. Una sospensione che ha bloccato l’inizio dei lavori alla società, scatenando l’indignazione degli imprenditori salernitani che ora, attraverso il loro legale, l’avvocato Lorenzo Lentini, hanno inviato una missiva di diffida al Comune con la richiesta di accesso agli atti predisposti dall’ufficio tecnico comunale sulla questione. Insomma, i Pisano vogliono vederci chiaro sul diniego agli interventi, passaggio che rappresenta la prima, vera “barricata” barricate da parte del Comune sulla delocalizzazione dell’industria siderurgica nell’area produttiva del cratere, e conoscere la legittimità del provvedimento predisposto da Palazzo di Città che, per ora, impedisce alla società di effettuare i lavori di manutenzione e messa in sicurezza del capannone già esistente nel lotto. Ora l’ufficio tecnico avrà a disposizione 30 giorni dalla notifica della diffida per permettere la visione degli atti alla società. La querelle della delocalizzazione delle Fonderie Pisano, dopo i passi in avanti degli ultimi mesi, va avanti: la società che gestisce lo storico stabilimento industriale di via dei Greci hanno individuato, in località Isca, nella zona industriale volceiana, l’area dove insediarsi e lasciare Salerno, trasferendo manodopera e impianti produttivi.

Un iter lungo e complesso, quello della delocalizzazione, nato a seguito della stipula dell’atto di acquisto dal Consorzio Asi che è titolare dell’immobile, a conclusione dell’aggiudicazione per bando pubblico per oltre due milioni e mezzo di euro, del lotto numero 22 della zona industriale di Buccino. E così, tra un botta e risposta con diffide, la vera battaglia è quella che pende nelle aule di giustizia. Un “braccio di ferro”, tra la società Fonderie Pisano e il Comune di Buccino, pendente davanti ai giudici del Consiglio di Stato che dovranno decidere se lasciare invariata la variante al Puc con la quale Palazzo di città nel 2018 trasformò la zona industriale in distretto “artigianale- agroalimentare”, bloccando l’insediamento alle industrie non agro-alimentari tra cui le fonderie Pisano nella zona industriale volceiana, o confermare la sentenza del Tar che approvò la richiesta degli industriali di annullare la variante al Puc. Intanto però, proprio dal Comune di Buccino, così come approvato nell’atto indirizzo dai sindaci della Comunità Montana nei giorni scorsi in un consiglio generale contro la delocalizzazione delle fonderie a Buccino, la Giunta comunale ha deliberato una richiesta al Consorzio Asi, di entrare a far parte del Consiglio di Amministrazione dell’Ente che gestisce le aree industriali del cratere, mentre in oltre 40 comuni salernitani stanno nascendo comitati di cittadini per il “no fonderie a Buccino”.

Mariateresa Conte