Delitto Vassallo, il pm dal “brasiliano”

Viaggio in Colombia per interrogare in carcere Damiani. Il procuratore: «Riteniamo abbia informazioni importanti»

SALERNO. Si cercheranno in Colombia le risposte sull’omicidio di Angelo Vassallo. Dopo aver sperato dallo scorso gennaio nell’estradizione Bruno Humberto Damiani, e aver atteso per dieci mesi che si completasse la procedura per ottenere dall’autorità colombiana assistenza giudiziaria, gli inquirenti salernitani hanno deciso di volare oltreoceano per interrogare il “brasiliano” e provare a farsi raccontare non solo la sua versione sullo spaccio e le estorsioni per le quali è stato arrestato ma, soprattutto, quello che sa della morte del sindaco di Pollica, ucciso nel settembre del 2010 con nove colpi di pistola.

È una nota firmata dal procuratore capo Corrado Lembo a rendere pubblico che «un magistrato della Procura di Salerno, accompagnato da investigatori del Ros dei carabinieri, è partito alla volta della Colombia per interrogare Bruno Humberto Damiani De Paula». Ad essersi occupata dell’inchiesta è il sostituto procuratore Rosa Volpe. E la stessa nota ricorda che secondo gli inquirenti il “brasiliano” può «essere in possesso di informazioni di notevole interesse in relazione all’omicidio del sindaco pescatore». Il collegamento tra il delitto e il trentenne originario del Sudamerica è nello spaccio che lo stesso Damiani è accusato di aver organizzato ad Acciaroli, uno smercio di stupefacenti contro il quale Vassallo aveva ingaggiato una battaglia personale, al punto da affrontare alcuni giovani in un violento alterco proprio pochi giorni prima di morire. Damiani fu tra i primi sospettati, ma risultò negativo alla prova dello stub e pochi giorni dopo lasciò l’Italia senza più farvi ritorno. Nel frattempo gli investigatori hanno chiuso le indagini sulle vicende di racket e droga che hanno consentito il mandato internazionale di arresto, ma sul suo ruolo nell’omicidio resta il mistero. Due anni fa, nel dicembre del 2012, l’allora procuratore Franco Roberti diramò un altro comunicato, in cui si annunciava che le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia indicavano in Damiani il presunto killer. Il pentito diceva di averlo appreso da suoi familiari, dopo che un parente del “brasiliano” se n’era vantato negli ambienti criminali di Pastena e Mariconda, affermando che aveva sparato per «questioni personali». Conferme finora non ne sono arrivate, ma a gennaio c’è stato l’arresto e la Procura conta adesso di poter acquisire nuovi elementi, sebbene il difensore Michele Sarno abbia sempre detto che del delitto il suo assistito non sa nulla. Che possa arrivare una svolta lo spera anche il sindaco di Pollica, Stefano Pisani: «Sono fiducioso perché sono convinto che Damiani sappia qualcosa. Direttamente o indirettamente lui, secondo me, è a conoscenza dei fatti».

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