L'INCHIESTA

Delitto Tornatore, spuntano i Genovese 

Nelle intercettazioni i contatti dell’autotrasportatore accusato di aver dato fuoco all’auto

FISCIANO. Dietro il delitto di Michele Tornatore c’è l’ombra del clan Genovese, ed in particolare di una cellula del gruppo attiva nel territorio a cavallo tra il montorese e l’area salernitana, che porta fino all’autotrasportatore di Fisciano Pasquale Rainone.
«Quelli di Avellino...» è uno dei riferimenti captati nel corso delle intercettazioni telefoniche da parte dei militari del Nucleo Investigativo dell’Arma. Un riferimento e un’aggravante - quella camorristica - che lo stesso gip ha ritenuto sussistente.
Quello che captano i militari nei mesi successivi al delitto è la preoccupazione per le dichiarazioni che sarebbero state rese da parte di Francesco Vietri, interrogato il 9 aprile scorso nell’ambito dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Dda di Napoli: “Ma pure Franco che può dire…ma se quello non ci azzecca niente…che deve fare. Non capisco uagliò, ma quelli sono trent’anni, ma voi non state parlando di un furto…”.
Questo il tenore di un’altra conversazione captata dai militari dell’Arma tra soggetti, compreso lo stesso 30enne di Fisciano, Pasquale Rainone, arrestato mercoledì per occultamento e distruzione di cadavere, quello di Tornatore.
Domenico Gramazio
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