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Delitto Ricco L’amante vuole tornare libero C’è il ricorso

PONTECAGNANO. Ai domiciliari per l’omicidio di Maria Ricco, ora ricorre in Cassazione. Il ricorso di S.V., 51 anni, di Pontecagnano, indicato come l’amante della donna trovata carbonizzata in...

PONTECAGNANO. Ai domiciliari per l’omicidio di Maria Ricco, ora ricorre in Cassazione. Il ricorso di S.V., 51 anni, di Pontecagnano, indicato come l’amante della donna trovata carbonizzata in macchina quattro anni fa, sarà discusso il prossimo 17 marzo. L’uomo è l’unico indagato di quello che per la procura di Salerno, pm Roberto Penna, è un omicidio di impeto: uccise la donna perché voleva rivelare la loro relazione extraconiugale. Per la difesa del presunto amante-assassino, rappresentata dall’avvocato Rosaria Vietri, la misura cautelare degli arresti domiciliari è infondata. «Non vi è alcuna prova che il mio assistito sia l’autore del reato, né possono essere considerati gli elementi dell’accusa alla base dell’imputazione processuale», c’è scritto nel ricorso. Per la difesa il 51enne, in giorno della morte della donna, non era neppure in zona. Che non è il 16 luglio come si disse inizialmente, ma quello successivo, scrive la difesa. Le cellule dei telefonini collocano l’indagato ben lontano dal luogo del ritrovamento del cadavere. Tra i motivi addotti dal difensore di S.A. c’è anche il luogo del ritrovamento del cadavere carbonizzato, lontano dal posto dove i due presunti amanti erano soliti incontrarsi. Gli incontri, di rado, avvenivano alle spalle del cimitero in località Sant’Antonio, ad un chilometro di distanza. Secondo la tesi della difesa, quello di Maria Ricco fu un suicidio. In macchina furono trovati i resti delle cornici che contenevano le foto dei figli e dei nipoti della donna morta. Infine – scrive la difesa – non c’è il movente dell’omicidio. La famiglia si è costituita parte civile, attraverso l’avvocato Costantino Cardiello.(m.l.)