Delitto Morelli, caccia al complice

La procura sulle tracce dell’uomo che ha fornito l’arma utilizzata nell’agguato

È caccia al complice che ha armato la mano dell’omicida di Mario Morelli. Le indagini riguardano anche chi ha fornito la pistola calibro 9x21, l’arma che giovedì sera, intorno alle 23.30, ha sparato quattro colpi, uno dei quali ha ucciso il giovane ebolitano, trasferitosi in Puglia da circa cinque anni. Un secondo proiettile, invece, ha ferito l’amico di Morelli, fratello della ragazzina contesa.

Il ragazzo è ricoverato all’ospedale Masselli Mascia, ma non è in pericolo di vita. Nello stesso ospedale, nella sala mortuaria, è trattenuta, sotto sequestro giudiziario, la salma del 16enne ucciso nel centro storico di San Severo. A sparare è stato S.F., sedicenne, figlio di un noto esponente della malavita locale. Il giovane arrestato – fanno sapere i suoi difensori, gli avvocati Massimo Roberto Chiusolo e Matteo Tenace – «chiarirà ogni circostanza nel corso dell'interrogatorio di convalida». Interrogatorio che, fino a ieri sera, non era stato disposto dal tribunale di Foggia.

Anche l’autopsia sul cadavere di Mario Morelli non è stata ancora eseguita. I funerali, infatti, sono stati rinviati a data da destinarsi.

All’identificazione del presunto omicida gli inquirenti sono arrivati grazie alle immagini del servizio pubblico di videosicurezza e alla testimonianza dell’amico ferito. I due erano insieme in sella quand’è partita la scarica di piombo. Mario e l’amico difendevano la sorella di quest’ultimo che nutriva una forte simpatia per la vittima.(m.l.)

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