L'INFANTICIDIO

«Delitto Jolanda, condannate i genitori»

La Procura generale chiede ai giudici dell’Assise d’Appello la conferma dell’ergastolo per il padre e 24 anni alla madre

PAGANI La procura generale chiede la condanna-bis per Giuseppe Passariello e Immacolata Monti, i coniugi paganesi imputati per omicidio volontario per la morte della figlia Jolanda avvenuto nella casa di famiglia a Sant’Egidio del Monte Albino nel giugno del 2019, con la conferma della sentenza di primo grado: così la requisitoria pronunciata ieri in aula nel corso del processo in Corte d’assise d’appello ribadisce la linea sostenuta sulla vicenda, in attesa delle discussioni della difesa previste il prossimo 21 aprile, giorno in cui sarà emessa la sentenza. Il secondo grado di giudizio per la procura ribadisce le ricostruzioni che avevano concluso per la doppia condanna a carico dei coniugi, dopo il deposito delle due perizie disposte dalla Corte: le risultanze avevano ricondotto il decesso con ad un’asfissia meccanica violenta.

Le nuove analisi sul corpo della bambina avevano individuato evidenze per collegare la morte ad un agente esterno, con presenza di lesioni, con una ipotizzata azione portata con le mani o un altro mezzo fisico in grado di aderire al volto, evidenziando l’incertezza sull’impiego del cuscino, senza intravedere ulteriori concause, per il decesso, rispetto all’azione esterna violenta. Le analisi escludevano collegamenti con la morte per quanto riguarda le altri importanti lesioni rilevate al braccio, alla gamba, al volto e ai piedi, ritenute non direttamente legate ad un mezzo unico, risultando invece prodotte in tempi diversi, senza avere contribuito al decesso, con la morte risalente alle prime ore dell’alba del 22 giugno 2019.

La prima perizia invece aveva rilevato tracce ematiche riconducibili ai genitori di Jolanda e alla bambina sul cuscino e sulla maglietta della piccola. Il secondo grado di giudizio davanti alla Corte d’assise di appello del tribunale di Salerno vede sotto accusa Giuseppe Passariello, in primo grado condannato all’ergastolo e la madre Immacolata Monti, condannata a ventiquattro anni. I due nuovi accertamenti sono il cuore del secondo grado di giudizio dopo la sentenza emessa nell’aprile scorso 2021, a due anni dal decesso della bambina, trovata morta a giugno 2019, con l’inchiesta ad individuare responsabilità a carico dei genitori fin dalle prime ore dal delitto.

Alfonso T. Guerritore