Il personaggio

Deidda: "Il mio sogno? Il Polo Nord in solitudine"

Figlio d’arte, è sassofonista e compositore. Tra un concerto e un lavoro televisivo, è impegnatissimo sui palchi delle rassegne di jazz e non solo

SALERNO. Figlio d’arte, Sandro Deidda è sassofonista e compositore. Tra un concerto e un lavoro televisivo, è impegnatissimo sui palchi delle rassegne di jazz e non solo. Vanta collaborazioni con Hilton Ruiz, Claudio Roditi, Carl Anderson, Bill Mays, Gegè Telesforo, e soprattutto i Manhattan Transfer, con cui ha effettuato più di 40 concerti. È docente della scuola di Jazz presso il Conservatorio Statale “G. Martucci” di Salerno.

Sandro Deidda, per lei estate è sinonimo di?

«Mare».

La prima vacanza estiva all’estero?

«Creta, con la compagna della mia vita. Ho visitato anche siti archeologici come quello del Palazzo di Cnosso».

La vacanza da dimenticare?

«Ischia perché ci sono andato a ottobre e ho trovato maltempo, non ho potuto quindi apprezzare la bellezza delle sue spiagge».

La vacanza più bella che ha fatto?

«Salento, ma quest’anno ho fatto anche una piacevole scoperta: il fiume Calore, un’oasi della natura dove ho fatto anche il bagno tra le libellule blu».

I lidi che frequentava a Salerno da ragazzo?

«Il Sea Garden e il Villaggio del Sole».

Ricordi estivi legati alla sua famiglia?

«L’estate del 1971, a Paestum, dall’amico di papà Franco Adamo, noto attore salernitano ancora attivo alla regia teatrale. E poi le estati, che sembravano non finire mai, nella casa ad Acciaroli da zia Lella e zia Arnaldo, dove ci si riuniva con tutta la famiglia. Una casa che non esiste più, un luogo della memoria».

Cose che odia e cose che ama dell’estate?

«Odio sentire parlare ad alta voce il vicino d’ombrellone. Amo al contrario la discrezione, il rispetto dello spazio e del tempo altrui».

Se potesse tornare indietro a una estate del passato, quale sceglierebbe?

«Il 1965, l’anno in cui sono nato».

Conserva fotografie del passato o ricorda scatti ormai perduti?

«Sempre, i ricordi sono preziosi. Oggi le foto sono tutte in digitali e la cosa non mi piace. Mi riprometto sempre di stamparle per conservarle non solo nella memoria del telefonino».

Uno spettacolo o un concerto visto d’estate che non dimenticherà?

«Joe Henderson Quartet, a Villa Celimontana, quindici anni fa. L’arena era stracolma, andò via la corrente e lui continuò a suonare in acustico, senza che nessuno se ne accorgesse».

Il piatto estivo per lei?

«Insalata catalana, fatta con i crostacei».

Un libro che ha letto d’estate e che ricorda?

«“La Terra del Blues” di Alan Lomax, l’ho letto una decina di anni fa e spesso mi ricapita di rileggerne qualche pagina».

Il libro che sta leggendo ora?

«“Questo è il blues” di Mezz Mezzrow... il blues non si finisce mai di studiarlo... è da lì che viene tutto!».

Le offrono un biglietto aereo per Ferragosto in una località a scelta. Dove vorrebbe andare?

«Al Polo Nord, perché si sta freschi e in assoluta solitudine».

L’estate è anche noia?

«Sì, ma è più piacevole. La noia dell’estate ha un fascino tutto suo».

Mai fatto vacanze estive in montagna?

«Purtroppo no, ma mi piacerebbe. A ben pensarci forse sono stato una volta nel Matese».

I suoi dischi dell’estate?

«Sempre diversi; quest’estate, per esempio, sto ascoltando prevalentemente musica classica, soprattutto Chopin».

La copertina di un disco in vinile che ricorda?

«“Nero a metà” di Pino Daniele».

Le piace questo ritorno al disco in vinile?

«Ne posseggo una notevole quantità ma non li utilizzo più. Mi fa piacere che un oggetto così bello ritorni, ma la qualità audio del disco digitale rimane insuperabile. Il vinile è più ingombrante ed è poco pratico ma ha un fascino certamente maggiore».

La prima tournée estiva?

«Nel 1987, con Piergiorgio Farina, indimenticabile violinista; e mi piace ricordare che il gruppo era diretto da Fortunato Santoro, trombonista salernitano. Ci esibimmo ad Ascoli Piceno, poi in Abruzzo, Puglia, mezza Italia, allora le tournée erano di 40-50 serate».

Una situazione comica tipica di italiani in vacanza?

«Non so... forse la proverbiale scarsa dimestichezza con le lingue straniere».

Serate in programma questa estate a Salerno e nel Salernitano?

«Diverse... le prossime stasera a Praiano e il 10 agosto a Serre, per l’Alburni jazz festival. in entrambe le occasioni, con il Trio di Salerno, presenteremo il nuovo disco, intitolato “3” e farò parte dell’orchestra che accompagnerà le voci nuove a Castrocaro».