COMMERCIO E CRISI

«Dehors uguali, stop per aiutare i locali»

Il Tar “certifica” il regolamento dell’Ente ma l’assessore Ferrara frena: «Con il caro energia non possiamo chiedere sforzi»

SALERNO - Prima un lungo dibattito con la Soprintendenza, poi uno scontro - anche acceso - con gli esercenti per informarli e, infine, un serrato dibattito in Consiglio comunale. È stato il tortuoso percorso che ha attraversato il “Regolamento per la disciplina delle autorizzazioni di occupazioni di suolo pubblico per l’installazione di arredi mobili (dehors) a servizio di pubblici esercizi” prima che fosse adottato il 29 maggio del 2017. E ora il regolamento ha superato indenne anche l’esame dei giudici del Tar, chiamati a pronunciarsi su un ricorso presentato da una nota attività di piazza della Concordia che metteva in discussione l’intero impianto di norme varate dal Comune: contestazioni che sono state rigettate.

Ora, dunque, non ci sono più ostacoli per l’applicazione del regolamento visto che sono cadute anche le limitazioni imposte dal Covid. Ma al momento, in ogni caso, il progetto di uniformare l’estetica dei locali regolamentando i dehors è comunque destinato a restare inapplicato. «In questo momento di grande difficoltà - chiarisce l’assessore alle Attività produttive e al Turismo, Alessandro Ferrara dobbiamo essere vicini agli esercenti chiedendo che siano messi in campo interventi che li aiutino ad affrontare i rincari. Come Comune siamo in attesa di un segnale dal Governo perché la situazione rischia di diventare drammatica ».

In pratica, considerando i rincari dei costi delle materie prime e le stangate che sono già arrivate con le bollette, il Comune non ha alcuna intenzione di chiedere ai locali compresi nel Regolamento di mettere in campo un ulteriore investimento. Fermo restante la necessità che era stata sancita dagli uffici della Soprintendenza di non appesantire la struttura con colori sgargianti e di mantenere la trasparenza, i nuovi dehors avrebbero dovuto avere una forma non squadrata con due archi che, in cima, avrebbero dovuto dare movimento e che avrebbero dovuto richiamare gli ingressi dei palazzi storici. La struttura doveva essere delimitata da un tubolare di 100 metri per 100 in lamiera zincata pre verniciata color grigio micaceo, quindi tendente al chiaro.

All’ingresso, su un lato, si dovrebbe sviluppare una decorazione geometrica tondeggiante (quasi a formare una “S” scomposta) che nella versione contenuta nel Piano d’ambito in vigore non era stata inserita ed è stata un’aggiunta contenuta nel progetto dei titolari dei locali. Si dovrebbero utilizzate anche vernici particolari che consentono di proteggere le strutture dall’effetto corrosivo della salsedine. E soprattutto i nuovi dehors sarebbero essere attaccati ai muri dei palazzi, superando in questo modo il nodo che più di altri aveva suscitato le proteste dei gestori di locali.

Comunque, dal punto di vista delle procedure, il regolamento ha piena validità come confermano nella propria sentenza i giudici della prima sezione del Tribunale amministrativo sottolineando che in riferimento «alle prescrizioni relative alle dimensioni massime dei dehors, dalla documentazione in atti risulta che l’Amministrazione comunale abbia svolto una adeguata istruttoria attraverso i lavori delle Commissioni consiliari preposte al fine di giungere ad un ragionevole contemperamento tra gli interessi in rilievo, da un lato, l’iniziativa economica privata e, dall’altro, la tutela della circolazione dei cittadini e della sicurezza stradale nella realtà sociale del contesto urbano».

Eleonora Tedesco