Degrado e burocrazia La pineta sta morendo

Pista ciclabile inutilizzabile, rami abbattuti, piante secche, continui furti di pigne I progetti di riqualificazione del bene naturalistico sono rimasti sulla carta

CAPACCIO PAESTUM. Rami abbattuti, piante di pino secche, pista ciclabile off limits, furti continui di legna, tentativi di spianamento delle dune : è la condizione in cui versa la pineta. Un bene naturalistico importantissimo, rientrante nel Parco naturalistico Foce Sele-Tanagro, per il quale da anni si discute di un progetto di valorizzazione e riqualificazione. Progetti rimasti solo sulla carta e mai messi in atto con il risultato che la pineta, ostaggio anche dei “pignaroli” che la devastano, con il trascorrere del tempo, sta lentamente morendo.

Una pineta, dunque, da salvare dal degrado. A chiederlo sono i cittadini capaccesi. «La situazione della pineta – afferma un residente che, periodicamente, effettua delle passeggiate tra degli alberi – è sempre più precaria. È incomprensibile che questo patrimonio arboreo di notevole pregio ambientale debba perire per incuria e insensibilità. Voglio sperare che chi amministra, e chi si propone di farlo prossimamente voglia pensare seriamente a risolvere questo problema».

Taglio abusivo di alberi, rami caduti e ammucchiati anche lungo gli accessi della pista ciclabile come all’ingresso dello spartifuoco tra via Poseidonia e via Cristoforo Colombo. «Nell’ambito della pineta – spiega il consigliere comunale Maurizio Paolillo, delegato alla fascia costiera e protezione civile – ci sono quattro casi con alberi e rami caduti. Gli alberi si ammalano e seccano. Non si possono rimuovere perché la pineta rientra nella riserva del Parco Sele-Tanagro. Rami e tronchi vanno a formare una sorta di micro habitat per alcune specie di animali. Si può fare solo un’ordinanza per liberare la pista ciclabile, nelle altre zone non si possono toccare. Bisogna procedere con la richiesta di una serie di autorizzazioni e gli enti competenti decideranno».

In molti casi alla fine la legna, soprattutto quella presente negli spartifuoco, spesso viene trafugata. Le aree dove sono presenti quantitativi abbastanza ingenti di rami e tronchi caduti si trovano tra le contrade Laura e Gromola. «Abbiamo proceduto a rimuovere i rami e le piante lungo la strada che costeggiano gli spartifuoco – evidenzia Paolillo – per quelle all’interno occorre un piano che salvaguardi l’area Sic e la Riserva Foce Sele-Tanagro con le necessarie autorizzazioni. Si tratta comunque di aree a rischio incendio».

Un altro grave problema, che riguarda in particolare l’area golenale lungo il fiume Sele, sono gli sversamenti abusivi di liquami, incendi e abbandono di rifiuti, effrazione delle sbarre collocate sule vie di accesso per occupazioni illegali dei fondi. «Per risolvere il problema – conclude Paolillo – è stato disposto un servizio di vigilanza ambientale, effettuato dal gruppo di protezione civile, autorizzati all’utilizzo dei dispositivi lampeggianti in dotazione ai veicoli per i casi di emergenza o necessità, che dovessero riscontrarsi durante l’espletamento del servizio».

Angela Sabetta

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