la delibera

Debiti per 14 milioni di euro nel mirino dei magistrati contabili

Il Consiglio provinciale, riunitosi nella giornata di ieri, ha preso atto della deliberazione della sezione regionale di controllo per la Campania della Corte dei Conti. Nel provvedimento si muovono...

Il Consiglio provinciale, riunitosi nella giornata di ieri, ha preso atto della deliberazione della sezione regionale di controllo per la Campania della Corte dei Conti. Nel provvedimento si muovono una serie di rilievi relativi soprattutto ai rendiconti 2012 e 2013.

Primo aspetto sottolineato è quello relativo alla tardiva approvazione dei rendiconti «che è stata sostanzialmente imputata - si legge - a ritardi nell’effettuazione delle attività di riaccertamento dei residui e alla modifica della governance della Provincia, con l’avvicendamento dei soggetti competenti all’approvazione del rendiconto». Seconda criticità quella relativa agli equilibri di bilancio «conseguiti mediante l’applicazione dell’avanzo libero sia per far fronte allo squilibrio di parte corrente (caratterizzato dal rilevante impatto dei debiti fuori bilancio) sia per far fronte allo squilibrio di parte capitale (avanzo applicato alle spese in conto capitale)». Secondo i magistrati, che comunque tengono presente che la situazione di squilibrio è stata creata anche dal taglio dei trasferimenti erariali, tale soluzione «denota le difficoltà di programmazione e di gestione con cui la Provincia si sta confrontando soprattutto negli ultimi esercizi».

La Corte dei Conti richiama poi l’elevata incidenza di oneri straordinari della gestione corrente, come ad esempio i debiti fuori bilancio e i ripiani delle perdite delle società partecipate. Si tratta di oltre sei milioni nel 2012 e di altri 8 milioni nel 2013. Secondo i magistrati, «la situazione all’esame appare connotata da gravissime criticità sul piano della programmazione della spesa. È evidente, infatti, che in tale contesto le sopravvenienze passive e gli oneri straordinari della gestione hanno reso sempre più instabili e precari gli equilibri, compromettendo l’ordinaria gestione dell’ente e, di fatto, vanificando la programmazione». Quarto punto è quello relativo ai residui attivi per i quali «i responsabili dei servizi non effettuano una distinzione tra residui inesigibili, di dubbia esigibilità ed esigibili, limitandosi a segnalare al responsabile del servizio finanziario quali residui si ritiene di mantenere in bilancio e quali si chiede di eliminare; non sempre vengono indicati i titoli giuridici che giustificherebbero il mantenimento in bilancio dei residui, nonostante la specifica richiesta all’uopo inviata dal responsabile del servizio finanziario ai fini della determina di riaccertamento dei residui».

Altri problemi riguardano poi la tempestività dei pagamenti, i residui passivi, le spese per il personale, il livello di indebitamento, la gestione delle società partecipate, nonchè il mancato rispetto del patto di stabilità nel solo 2015.

A fronte di tutto questo, la Corte dei Conti invita l’Amministrazione «a prendere con tempestività i provvedimenti idonei a rimuovere le irregolarità e a fronteggiare i gravi squilibri» e dispone che il provvedimento sia inviato alla prefettura e alla procura della Corte dei Conti.

Di tutto questo ha dovuto prendere contezza il Consiglio provinciale che, sempre ieri, ha anche provveduto a dismettere una serie di partecipazioni. Nello specifico, la Provincia è uscita da: associazione Anpaca, Arco Latino, Biennale del Mare, fondazione Genovesi, Università europea dei beni culturali, Consorzio per la valorizzazione dell’olio extravergine d’oliva, Consorzio d’ambito territoriale 4 Sele, Consorzio Asmez, associazione Ex Machina, Fondazione museo Manuel Cargaleiro. Si sarebbe dovuta anche deliberare l’uscita dall’Asi ma il punto è stato rinviato in quanto «la Regione Campania non ha approvato il bilancio 2016 in vista anche di una rivisitazione ad ribasso della quota detenuta dalla Provincia che ad oggi ci costa 238mila euro», ha spiegato il presidente Giuseppe Canfora.

Infine, il Consiglio ha espresso parere favorevole al cambio di denominazione del comune di Capaccio in Capaccio-Paestum e ad adottare azioni a tutela della Dop del pomodoro San Marzano e Kiros dell’Agro sarnese- nocerino, in collaborazione con la Coldiretti. (an.ca.)

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