IL BLITZ

Debiti di droga a Salerno: ricatti per chi non pagava

Le intercettazioni del “capo” Abate che non risparmiava nemmeno i suoi sodali

SALERNO - Una rete ben organizzata, con ruoli e compiti delineati quella messa su a Salerno da Antonio Abate, il 45enne del quartiere Europa diventato il punto di riferimento di alcuni pusher che operavano tra Pastena, il quartiere Italia, Quartiere Europa, Mercatello, fino a Mariconda ed anche all’interno del carcere di Salerno. Una rete fitta che realizzava fino a 75mila euro di incassi al mese con la vendita di stupefacenti, e che Abate avrebbe controllato con particolare forza, tanto da minacciare alcuni dei suoi stessi partecipi all’associazione finalizzata al traffico di droga se non pagavano i debiti per le forniture di droga.

Le estorsioni e le minacce. «Avete un'ora di tempo per apparare i soldi miei - dice in un’intercettazione il 45enne del quartiere Europa a Prisco Giorgio , Antonio D’Elia e Silvia Pappalardo , altre tre arrestati nel blitz dei carabinieri del nucleo investigativo di Salerno - Ci mancano 200 euro dalle bollette!». Contestualmente avrebbe intimato ai tre suoi stessi sodali e indagati di consegnargli le chiavi dell’autovettura Fiat 500 di proprietà di Giorgio trattenendola a titolo di garanzia del pagamento dei pregressi debiti di droga rimasti insoluti pronunciando anche la seguente espressione: «Se non mi date i soldi la macchina non ve la do». Un tossicodipendente di crack, da molti anni, ha raccontato di aver acquistato droga da Abate, Raffaele Grillo detto “Cappellino”, Alessandro Rinaldi , Antonio D'Elia, Francesco Mercadante, Prisco Giorgio, Silvia Pappalardo, Natale Memoli e Giulio Placanico , in pratica da tutto il gruppo. Abate avrebbe intimato al tossicodipendente di consegnargli l’auto oppure sarebbero stati guai. «Stammi a sentire – disse Abate la notte della vigilia della Befana del 2021 - a me mi servono i soldi perché io ti picchio, non concludo niente, a me servono i soldi, te lo dico già perciò mi dai la macchina ti avevo avvisato te l’avevo detto; no no te lo dico, ti aspetto fino a domani mattina! Domani mattina se non vieni si fanno le due e sotto casa tua. Te lo dico già stammi bene». Ed ancora «Mi dai la macchina fino a lunedì. Te lo dico già ci vediamo domani…. Rispondi al telefono e non venire con la macchina vecchia o con il furgone perché ti schiatto in corpo dalle mazzate, te lo dico già, ti avviso ti schiatto in corpo perché ti avevo avvisato con me non dovevi averci a che fare! Perciò avvisato: domani vieni porti la… la parcheggiamo qua e quando è lunedì che vieni te la riprendi e te ne vai». La vittima riuscì a pagare il debito.

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