De Luca va a Roma e chiede la deroga per i “punti nascita” 

Il piano ospedaliero da ripresentare entro una settimana Aumentano i livelli di assistenza: raggiunta quota 152

NAPOLI. La Regione dovrà ripresentare, entro una settimana, il piano ospedaliero al tavolo nazionale al Ministero dell’Economia. E nella riunione di ieri, il governatore Vincenzo De Luca è tornato a chiedere la deroga per evitare la chiusura dei punti nascita di Polla e Sapri. Ma nell’incontro sugli adempimenti trimestrali della sanità campana, è arrivata anche la certificazione di una crescita nei Lea, storico tallone d’Achille. «Il presidente De Luca ha riproposto formalmente in questa sede - spiega una nota di Palazzo Santa Lucia - la richiesta di deroga relativa ai punti nascita della Campania e ha annunciato che la proposta della Regione andrà oltre».
La deroga è prevista per le aree disagiate del territorio. Inoltre, il governatore-commissario alla sanità ha annunciato che verrà proposto, nella redazione finale del Piano Ospedaliero, «un rilevante aumento di Dea di I Livello sul territorio regionale, e tra questi anche Polla, Sapri e Sarno».
Nelle scorse settimane il governo aveva dato parere favorevole alla deroga solo per i punti nascita di Ariano Irpino, Vallo della Lucania e Ischia. Un no, invece, era stato espresso per Piedimonte Matese, Polla e Sapri. In ogni caso, la versione conclusiva del Piano - elaborata dagli uffici della Direzione Salute della Regione - sarà inviata a Roma nei prossimi giorni. Non oltre una settimana, comunque, «al fine di ottenere l’approvazione definitiva entro dicembre - aggiunge la nota della Regione - Questo consentirà di non bloccare i programmi relativi alle assunzioni di personale e di procedere a ulteriori stabilizzazioni di personale precario».
De Luca sollecita anche il rapido sblocco del programma di edilizia ospedaliera, secondo quanto prevede la normativa nazionale. Si parla del cosiddetto “articolo 20”, previsto dalla legge finanziaria del 1988, relativo al programma straordinario degli investimenti pubblici in sanità.
«Al di là dei grandi progetti - spiega Palazzo Santa Lucia - per consentire a decine di strutture ospedaliere di intervenire in tempi immediati. È stata quindi sollecitata una iniziativa di accelerazione e sburocratizzazione nell’approvazione dei programmi di edilizia ospedaliera». Ma al ministero la Regione ha incassato la certificazione di un dato cruciale, anche per chiudere l’esperienza decennale del commissariamento.
«Nel 2017 - sostiene la nota - è stato compiuto un vero e proprio salto in avanti nei livelli di assistenza (Lea). Da 106 punti nel 2015 la Campania ha raggiunto i 152 punti nel 2017». Pure sulla scorta di queste cifre, De Luca ha ribadito la richiesta, formalizzata la scorsa estate, di uscita dal piano di rientro dal deficit, e di approvazione entro dicembre del piano triennale di accompagnamento per le Regioni che escono dal commissariamento. La griglia dei livelli essenziali di assistenza si compone di 32 indicatori. Per essere considerate adempienti, le Regioni devono totalizzare un punteggio superiore a 160. Oppure anche tra 140 e 160, ma senza alcun indicatore considerato critico. (re. cro.)
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