De Luca tenuto in sella fino alle elezioni

Solo a maggio la sentenza sul ricorso contro la sospensione da presidente Si pronunceranno prima i giudici di Corte costituzionale e Appello

SALERNO. Slitta ancora la decisione della prima sezione civile del Tribunale di Napoli sul caso De Luca in relazione alla sospensione imposta dalla legge Severino. Sembrava imminente, invece c’è chi parla di tempi lunghi. Addirittura maggio. In pratica i giudici napoletani sono in attesa di capire cosa accadrà a gennaio, nell’appello salernitano sul reato di abuso d’ufficio - che ha fatto scattare per De Luca la mannaia della legge Severino - o cosa deciderà la Consulta sul ricorso presentato dai legali di De Luca in merito all’eccesso di delega esercitato dal Parlamento.

Una questione insomma, che per l’avvocato Gianluigi Pellegrino (rappresentante legale di alcuni elettori campani e del Movimento difesa del cittadino nel procedimento di fronte al tribunale civile di Napoli in merito alla sospensione di Vincenzo De Luca), «se fosse confermata» per come si è diffusa «sulla stampa prima che a noi avvocati» confermerebbe «che in questa vicenda il tribunale di Napoli si sta comportando come il porto delle nebbie e che non è solo la giudice Anna Scognamiglio a parlare dalle camere di consiglio».

Un rinvio, che oltre ad alimentare le preoccupazioni di Pellegrino apre anche uno scenario politico nuovo, anche e soprattutto all’interno dei dem napoletani. Infatti chi fino all’altro giorno sperava in una rapido rimpasto in Giunta e la conseguente ridefinizione di ruoli di potere, potrebbe rimanere a bocca asciutta e a poco servirebbe alimentare il pressing. Con l’approvazione del bilancio, il primo giro di boa è superato. Maggio significa essere in piena campagna elettorale per le amministrative. E il caso De Luca potrebbe essere un boomerang per il Pd e i suoi alleati. Se sul piano giuridico, prima di quella data, non dovesse accadere nulla, il governatore si troverebbe nella posizione di forza anche per ragionare sulle candidature. Se così non fosse, la decisione del tribunale potrebbe deflagrare ed essere utilizzata con arma dalle opposizioni.

«Il problema sono le conseguenze che il Tribunale fa finta di non voler vedere». Franco Mari, segretario provinciale di Sel e tra gli animatori della lista “Salerno di tutti” è chiaro: «Noi abbiamo già contestato tutti gli atti presentati dal governatore e di più, diffidato il premier Matteo Renzi». Per Mari, «il Tribunale di Napoli si sta assumendo una responsabilità enorme pur avendo tutti gli elementi necessari per decidere. Capisco i problemi, ma non è auspicabile che si continui a rinviare la decisione».

Dopo l’udienza dello scorso 17 dicembre durata oltre cinque ore, il collegio si riservò la decisione sulla richiesta di annullamento del provvedimento di sospensione del presidente della Regione Campania avanzata dai suoi legali.

Intanto il governatore mostra sicurezza. «Sono assolutamente tranquillo e sereno, ho detto da sempre che questo era un falso problema, quando i cittadini si esprimono noi andiamo avanti, come è giusto fare in un Paese democratico», ha detto De Luca dai microfoni di Radio Kiss Kiss. «Ho sempre espresso - ha poi aggiunto - il massimo rispetto nei confronti dell’autorità giudiziaria e fino a oggi le pronunce mi hanno dato ragione». «Non perdiamo tempo, questo problema riguarda gli sfaccendati che devono inventarsi una polemica al giorno», ha tagliato corto De Luca. Una situazione, però, che fa dire a Stefano Caldoro, ex governatore del centrodestra e ora capo dell’opposizione in Consiglio regionale, che «la Campania è in perenne bilico e l’incertezza fa perdere credibilità politica». «Una grande regione perennemente sub iudice, un danno. L’incertezza penalizza tutti», sottolinea Caldoro, il quale fa i «complimenti agli avvocati di De Luca che tra cavilli, burocrazia, rinvii, tecniche giuridiche mirabili, difendono con i denti il proprio cliente». ©RIPRODUZIONE RISERVATA