De Luca: «Svolta storica per Salerno»

Per il sindaco il 2013 è stato l’anno della metropolitana. Nel 2014 investimenti per circa 800 milioni di euro

Svolta e complotti. Così si può sintetizzare la conferenza di fine anno che il sindaco Vincenzo De Luca ha tenuto ieri mattina a Palazzo di Città. I complotti sono quelli tramati da Rai Tre («sei trasmissioni dedicate ad un unico edificio mi sembrano eccessive») e dalla Regione Campania («nel 2014 mi attendo dalla stampa la stessa attenzione sull’inefficienza della Regione»), rea di non «cacciare una lira per turismo e cultura» e incapace «da due anni di esprimere un parere sulla variante al progetto della Stazione Marittima presentata dopo il cedimento del Molo Manfredi».

La svolta. Il primo cittadino la definisce «storica» tanto da farci anche un manifesto, sottotitolo: “Nessuna città come Salerno”. Ai giornalisti consegna un documento di ventisette pagine nelle quali si racconta il passaggio dal 2013 al nuovo anno. In copertina si elencano le cose fatte e quelle da fare. Ovviamente la Metropolita è in testa ai successi dell’anno che sta per finire «era completata da tre anni - spiega - ora finalmente è a regime con 10mila utenze al giorno». Nell’elenco ci sono, tra le altre cose: Porta Ovest («abbiamo già completato circa 150 metri di traforo da entrambe i lati»); Palazzo Fruscione; Teatro Ghirelli; campo Volpe; l’Annunziata; Centro per l’autismo e cose un po’ generiche come ad esempio la voce Turismo nella quale si sottintende le richieste di licenze per bar e ristoranti (320) e di b&b (50). «Basterebbero due di queste opere - spiega - per giustificare il lavoro di una amministrazione» ed ecco perché De Luca la chiama «svolta storica». Tra le opere realmente concluse nel 2013 sono tutti piccoli interventi nei quartieri dalla pavimentazione stradale ai paletti dissuasori alla pubblica illuminazione. Per carità, di questi tempi, anche queste un miracolo. Ma le opere strategiche si fanno attendere. L’impegno è serio: «Tra completamenti, progetti di finanza, riqualificazione della litoranea» e via discorrendo «faremo investimenti per 800 milioni di euro».

L’anno che verrà. Tra le novità - mai anticipate prima - il polo sportivo per diversamente abili che dovrà sorgere nel Parco D’Agostino («c’è un accordo con i proprietari») e il parcheggio interrato in via Ligea. Il sindaco ribadisce: «A Salerno non ci sono opere incompiute» se si esclude il Palazzetto dello Sport («per il quale abbiamo fatto rimodulare il progetto») tutti i «cantieri sono in attività». E allora via con il calendario dei competamenti. Stazione marittima, «stanno lavorando all’interno. Tra 5 mesi è pronta»; Piazza della Libertà: «Per completarla ci voglio 6 mesi. Siamo agli sgoccioli è pronto il progetto di consolidamento». Cittadella Giudiziaria, «ci siamo caricati sulle spalle un’opera che non è nostra ma dello Stato. Finalmente abbiamo fatto arrivare un finanziamento per la definitiva chiusura dell’opera»; Marina d’Arechi, «i proprietari ci dicono che sarà completato l’edificio di Calatrava entro l’anno». Tra le opere pubbliche programmate e già finanziate (50 milioni di euro), la mitigazione rischio idrogeologico di Sala Abbagnano; difesa, riqualificazione, valorizzazione della costa e ampliamento asili nido: «Salerno è tra le prime 4 città d’Italia per gli asili nido. Per fare un esempio - spiega De Luca - Reggio Calabria non ne ha nemmeno uno ma ha lo stesso nostro trattamento. In Italia le eccellenze vengono penalizzate con un appesantimento del bilancio».

Zeppole e calzoncelli. Alla politica le “domande cattive”, si sa, non sono gradite. Ma uno ci prova sempre. I grandi maestri del giornalismo dicevano: anche un no comment è una risposta buona. Oggi al “no comment” si risponde così con la teoria delle «zeppole» e dei «calzoncelli». Al sindaco domandiamo un giudizio sui primi passi di Matteo Renzi - è stato un suo grande sostenitore - e lui: «Lei a Capodanno pensa a Renzi? Pensi alle zeppole e ai calzoncelli. Ho visto che c’è una ripresa di tradizione culinaria antica. Concentatevi sulle cose culturali vere, lasciate stare Renzi». E più o meno la stessa risposta la ottiene il collega che aveva chiesto del doppio incarico e delle deleghe.

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