De Luca snobba i giudici

Nessuno del Comune all’anno giudiziario. E Casale cancella i ringraziamenti

SALERNO. Non c’è Vincenzo De Luca (senza più fascia tricolore ma “sindaco emerito”, come lui si definisce) e non ci sono né il vice Enzo Napoli né uno degli assessori o dei consiglieri di maggioranza. Il Comune snobba quest’anno l’inaugurazione dell’anno giudiziario, un segno in più – dopo le polemiche dei giorni scorsi – della frattura apertasi con la magistratura salernitana. Davanti alla sedia vuota, il presidente della Corte d’Appello Matteo Casale si regola di conseguenza e cassa dal discorso di apertura il nome del sindaco. Nel testo scritto mesi fa, e distribuito ieri ai presenti con la relazione sull’amministrazione della giustizia, il riferimento a De Luca era nella lista dei saluti di ringraziamento, e a lui era dedicato il passaggio più lungo: «Saluto e ringrazio il sindaco della città di Salerno, professor Vincenzo De Luca, che sta profondendo un grande impegno perché si realizzi il sogno degli uffici giudiziari collegato alla nuova cittadella giudiziaria salernitana». Una frase che non sarà mai letta, visto che a differenza dell’anno scorso non solo non c’è il sindaco ma nemmeno un suo rappresentante a cui rivolgere il messaggio e a cui magari consegnare un saluto indiretto. La citazione resterà invece in uno degli ultimi passi del discorso, quando si fa il punto sul completamento della cittadella giudiziaria e si ricorda che «i fondi necessari sono stati stanziati ed il sindaco di Salerno ha proceduto anche alla gara dìappalto».

Ma ormai il “caso” è creato. Tanto più che negli ultimi giorni De Luca ci ha messo del suo per soffiare sul fuoco. Dopo la condanna per abuso d’ufficio, l’attacco al Palazzo di giustizia è stato frontale: «Totale rispetto solo per quella parte della magistratura che conosce lo Stato di diritto» ha dichiarato. Evidenziando «una diversità rispetto al passato» e affondando ancor più il coltello della polemica: «Pieno rispetto per quella parte della magistratura che sa cosa è la sacralità della funzione giudiziaria, ma nessun rispetto per chi il diritto non sa cosa sia». Pazienza se il giudice Ubaldo Perrotta che ha letto la condanna per abuso d’ufficio è lo stesso che ha pronunciato poco più di un anno fa la sentenza di assoluzione per la trasformazione urbanistica dei suoli Mcm. Gli strali del sindaco “emerito” sono rivolti in particolare verso il pubblico ministero Roberto Penna, che ne aveva chiesto la condanna per peculato e potrebbe insistere con un ricorso in Appello: «Il peculato non l’hanno trovato – ha detto De Luca nell’incontro pubblico convocato due giorni fa al Comune – solo qualche squinternato poteva immaginare di parlare di peculato con me». Da Palazzo di giustizia non arrivano note di replica, il procuratore capo Corrado Lembo evita di scendere in polemica. Ma sollecitato qualcosa la dice, per ribadire che la magistratura salernitana va avanti senza condizionamenti: «Esercitiamo serenamente le nostre funzioni e osserviamo le leggi – sottolinea – Manteniamo questa nostra serenità, così come un indagato o un condannato in primo grado deve sapere che esiste una presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio». Al sindaco la serenità aveva iniziato a vacillare già quando il pm aveva formulato la richiesta di condanna: tre anni per il reato di peculato, poi ridotti dal Tribunale a un anno per abuso in atti d’ufficio. Subito dopo la requisitoria aveva affidato il suo sfogo alla platea televisiva: «Il mio senso delle istituzioni mi impone di non parlare e di non dire niente» aveva premesso, per poi ribadire «assoluto rispetto per la magistratura» ma solo per «quella vera». Pio con la sentenza di condanna i toni si sono alzati, e la frattura ha avvelenato anche l’inaugurazione dell’anno giudiziario.

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