MUSICA

De Luca ingaggia Alleviper l'apertura del Crescent

Il sindaco di Salerno invita il pianista all'inaugurazione di piazza della libertà. Teatro Verdi al gran completo per il concerto che il giovane compositore ha tenuto a Salerno

L’inaugurazione di una delle piazze più discusse degli ultimi tempi, quella della Libertà, la cui imminente costruzione sta smuovendo le coscienze di molti salernitani, potrebbe essere affidata ad un compositore "ribelle". Il sindaco Vincenzo De Luca cavalcando la scia di popolarità che segue Giovanni Allevi, ieri, prima del concerto che l’artista ha tenuto poche ore dopo al Verdi, lo ha ufficialmente invitato come guest star.
Due anni di tempo, comitato "no crescent" permettendo, per partecipare all’evento. «Allevi ha quindi tutto il tempo di pensarci su, ma speriamo sinceramente che accetti il nostro invito», ha concluso De Luca. Lui, Allevi, non risponde ma per tutto il tempo dell’intima e pregnante conferenza, «una delle più belle a cui ho assistito - dice ancora il sindaco - semplice e molto ispirata» svoltasi nel foyer del Massimo Cittadino, non ha smesso di parlare e il suo entusiasmo, il suo amore verso la sua musica, trasudava da ogni sua parola.
Ha raccontato i suoi esordi, soffermandosi su quello che è stato il momento fondamentale della sua carriera: il suo primo concerto, avvenuto il giorno del suo 21esimo compleanno in un teatro di Napoli, al cospetto di un pubblico formato da cinque persone. «Avevo le parole di mio padre che mi rimbombavano nella mente: "Ma chi te lo fa fare?"» racconta il giovane compositore che ieri sera si esibito con l’Orchestra Filarmonica Salernitana "Giuseppe Verdi" nella Suite per Orchestra Sinfonica "Angelo Ribelle", i cui biglietti sono andati letteralmente a ruba in poche ore. «Eppure - continua Allevi - io ho cominciato a suonare lo stesso, mi ero preparato molto, e più suonavo, più sentivo il calore del mio esiguo pubblico darmi la forza di continuare. Il senso di vergogna inculcatomi da mio padre si stava tramutando in entusiasmo; in quel momento ho capito che la musica non è una questione di numeri. Ed è proprio per questo che amo definirmi un compositore non rivoluzionario ma ribelle. A supportare il rivoluzionario è la forza dei numeri, a dare man forte al ribelle è invece il rapporto che egli instaura con gli individui». Aspetto stralunato come al solito, Allevi parla anche molto di sé e dei suoi "vuoti" psicologici, luoghi in cui non ci sono né pensieri, né ricordi, né tantomeno aspettative per il futuro, che egli riempie con le sue note, aggrappandosi all’esperienza del presente creando la sua musica.
«Allevi ha senza dubbio il merito di aver attirato nei teatri orde di giovanissimi che, grazie a lui, hanno scoperto la bellezza della musica classica - aggiunge Antonio Marzullo, segretario artistico della stagione lirica del Teatro Verdi - Ha creato il pubblico della lirica del domani».