De Luca, in Consiglio ritorna l’incompatibilità

Il prossimo 2 settembre il sindaco renderà note le sue controdeduzioni Cammarota: «L’atto è incompleto, il vice ministro non ha ancora deleghe»

La vicenda dell’incompatibilità del doppio incarico (sindaco e vice ministro) di Vincenzo De Luca tornerà all’esame del Consiglio comunale nella seduta di lunedì 2 settembre. Lo hanno deciso ieri mattina i capigruppo consiliari nell’incontro convocato dal presidente del Consiglio, Antonio D’Alessio. Come è noto, nella precedente seduta, il Consiglio contestò a De Luca l’incompatibilità tra i due incarichi; il prossimo 2 settembre, invece, si discuterà nel merito delle eventuali controdeduzioni che il sindaco potrebbe esporre personalmente in aula, oppure – come fece l’ex presidente della Provincia, Edmondo Cirielli – attraverso una lettera al presidente D’Alessio.

Sulla data di convocazione del Consiglio c’è stata un po’ di discussione tra i capigruppo consiliari. Dato il periodo di ferie si è convenuto di fissare la data agli inizi di settembre; sia Giuseppe Zitarosa del Pdl che Raffaele Adinolfi (Principe Arechi) proponevano la data del 9 settembre, ma Roberto Celano (Fratelli d’Italia) ha spinto affinché i tempi non fossero dilatati, «cosicché alla fine - ha spiegato Luigi Bernabòdei Progressisti per Salerno, che ha partecipato alla conferenza su delega del capogruppo Luca Sorrentino, assente per ferie – si è deciso per il 2 settembre».

In teoria dovrebbe trattarsi solo di un passaggio formale, in vista della terza e decisiva seduta – che verosimilmente sarà convocata per fine settembre o inizio ottobre – in cui il Consiglio delibererà la decadenza di De Luca dalla carica di sindaco. In questa vicenda, però, è più prudente non dare nulla per scontato. «Può considerarsi davvero incompatibile un vice ministro che non ha ancora ricevuto deleghe e che dunque non ha alcun potere di firma?». È questo l’interrogativo che solleva l’avvocato Antonio Cammarota. In pratica il capogruppo consiliare di Futuro e Libertà insinua il dubbio che l’atto di nomina a vice ministro di Vincenzo De Luca (il decreto è dello scorso 3 aprile) non sia perfetto. «Solo l’attribuzione della delega – sostiene Cammarota – sostanzia la funzione, il procedimento è incompleto, dunque non perfetto». Con queste premesse c’è da mettere in conto eventuali ricorsi al Tar, anche da parte di singoli consiglieri comunali, contro l’ormai prossima delibera di decadenza di De Luca dall’incarico di sindaco. Ad essere lesi, infatti, sono anche le posizioni dei consiglieri comunali che, a causa della decadenza, finirebbero in largo anticipo il loro mandato, perché si tornerebbe a votare nella prima tornata elettorale utile, verosimilmente in primavera. Nel frattempo svolgerebbe funzioni di reggenza il vice sindaco Eva Avossa.

I consiglieri comunali, dunque, non hanno alcun interesse a tornarsene a casa anzitempo, per poi impegnarsi in un’altra campagna elettorale per il rinnovo di un Consiglio che, per effetto della nuova legge, avrà anche due componenti in meno.

C’è poi l’incognita Governo: l’esecutivo Letta riuscirà a superare la campagna d’agosto di Berlusconi? Se dovesse cadere prima degli inizi di ottobre è evidente che verrebbe meno l’incompatibilità del sindaco di Salerno. Infine, un ultimo interrogativo: fino a quando De Luca resisterà a sentirsi un vice ministro dim ezzato?

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