De Luca: "Il Pd azzeri la segreteria campana"

Tre segnali per chiarire che il Pd è intenzionato a imboccare la via del cambiamento. Sono i passi che il sindaco di Salerno chiede al partito nazionale per accettare l’offerta di un ruolo di leadership per il rilancio del partito

Tre mosse. Tre segnali di buona volontá per chiarire che, stavolta, il Pd fa sul serio nel voler imboccare la via del cambiamento. Sono i passi che Vincenzo De Luca chiede al partito nazionale per accettare l’offerta di un ruolo di leadership oltre i confini salernitani e campani, per il rilancio del partito al Sud.Vi ha fatto cenno l’altra sera su Repubblica Tv, dopo l’incontro con il segretario regionale Enzo Amendola. E cosa sia in ballo lo chiarisce meglio ancora il deputato Fulvio Bonavitacola, che dopo l’apprezzamento per l’iniziativa di Amendola chiede ai vertici romani «atti conseguenti».

In primis «il Pd nazionale deve azzerare in Campania la logica delle correnti. Azzerare, cioè, la segreteria regionale che di quella logica è espressione, e ripartire valorizzando il merito, riformulando su questa base incarichi e organizzazione». In discussione non è il segretario , su cui anzi si ripone fiducia, ma un organismo composto usando il bilancino tra le componenti, e in cui l’area deluchiana si trova in minoranza.

Il secondo passo chiesto al partito è quello di riconoscere che in Campania una stagione si è chiusa ed è necessaria «una piattaforma politica di rinnovamento», come quella proposta da De Luca l’anno scorso. «Alle regionali abbiamo registrato un paradosso - spiega Bonavitacola - la campagna di De Luca ha fatto velo al dato reale del tracollo del Pd. Qualcuno non si è reso conto che questo tracollo non si era manifestato solo perché era in campo una persona credibile che proponeva un progetto radicale di cambiamento. Così il Pd ha trascinato una stagione politica chiusa.Ora, venuto meno il "velo" De Luca, sono rimasti a nudo i nervi scoperti».

Solo se i vertici nazionali supereranno questi due primi step, il dialogo potrá passare alla terza fase, in cui si rivendica per il sindaco l’attribuzione di un ruolo concreto, che sottolinei la sua funzione di guida.Che spetti a lui il timone del rilancio del partito nel Mezzogiorno lo condivide un’ampia fetta del partito. Lo ha giá evidenziato il deputato Tino Iannuzzi, che ribadisce: «Dobbiamo porci come bussola di riferimento un forte rinnovamento della politica e della classe dirigente.Non possiamo tralasciare che a Napoli, dal 2008 ad oggi, siamo scesi dal 35 al 16 per cento». E lo pensa anche il senatore Alfonso Andria, secondo cui il sindaco «fa bene a ritrovare il suo impegno nel partito». «Il ruolo gli spetta e lui non deve sottrarsi - sottolinea - Deve anzi offrire un supplemento di impegno a un Pd che va rifondato, partendo dal territorio e puntando su chi è in grado di canalizzare consensi».

Condivide l’esigenza di rinnovamento interno, anche se smussa con una battuta quel dato di «novanta per cento di anime morte» individuate dal sindaco nella direzione nazionale: «Credo e spero che le proporzioni siano diverse, ma al di lá di certe iperboli il tema del rinnovamento è reale. Anche se, per il bene del partito, vorrei che si dismettessero i toni aggressivi, che finiscono per chiudere gli spazi del dialogo, e si lavorasse di più per correggere gli errori dal di dentro e non solo dalle colonne dei giornali». Andria conserva il rammarico per l’assenza del simbolo Pd alle elezioni di Salerno, la condivisione è invece totale sul tema delle primarie, che De Luca vorrebbe abolire: «Sono pienamente d’accordo, non solo per i problemi che hanno sollevato a Napoli, ma anche perché, in generale, si prestano a distorsioni e manipolazioni del consenso». L’abolizione delle primarie è condivisa anche dal consigliere regionale Antonio Valiante, giá vice di Bassolino: «Così non si forma la classe dirigente - spiega - Un partito deve saper decidere e assumersene la responsabilitá». Il suo favore va a un partito federale, che favorisca una nuova classe dirigente formata sui territori. «Oggi il Pd paga perché è ancorato agli equilibri tra le lobby lo hanno costruito. Va creato un partito veramente federale, e De Luca avrà un ruolo da protagonista nel saldando alla politica il potere istituzionale delle autonomie».

© riproduzione riservata