De Luca fa lo show ma stavolta è il figlio

Piero vero protagonista dell’incontro promosso alla stazione marittima Ripercorsi gli ultimi vent’anni di lavoro svolto dall’Amministrazione

SALERNO. Difficile poter dire che quella di ieri pomeriggio, alla stazione marittima, non fosse l’apertura della campagna elettorale di Vincenzo Napoli e della sua squadra. Tantissime le persone presenti in una sala troppo piccola per eventi del genere, tanti i candidati e i massimi esponenti del Pd presenti tra la folla (tra di loro anche Fulvio Bonavitacola e Tino Iannuzzi) e di sottofondo la stessa canzone di Ligabue che, alle ultime Regionali, Vincenzo De Luca ha scelto come colonna sonora della sua campagna elettorale. Tuttavia, “Salerno tra presente, passato e futuro” è stata anche e soprattutto l’occasione per Piero De Luca, primogenito dell’ex sindaco, di mostrare i muscoli e dimostrare di avere una sua squadra con il cui aiuto proverà a fare valere le sue ragioni.

L’erede. È stato proprio Piero De Luca ad aprire il dibattito con un discorso nel quale ha voluto ricordare quanto fatto dal padre in tutti questi anni e con una veemenza tale da sembrare, in certi momenti, il candidato sindaco. «Ci tenevo a organizzare qui questo evento – ha spiegato – perché avevo voglia che la stazione marittima, opera straordinaria, fosse vissuta e diventasse un luogo comune. Spero sia da apripista per tante altre iniziative perché deve essere un’opera viva».

Ma l’obiettivo principale dell’incontro di ieri pomeriggio era quello di far ricordare ai cittadini salernitani i cambiamenti avvenuti in città negli ultimi anni. «Era necessario un lavoro di ricostruzione della memoria storica – ha infatti spiegato – perché qualcuno ha dimenticato il frutto di un lavoro di anni che, giorno dopo giorno, Vincenzo De Luca ha messo in essere con la sua squadra. C’era la necessità di rispondere con i fatti alle tante provocazioni e a qualche parola di troppo lanciata da alcuni candidati. Noi alle chiacchiere rispondiamo con i fatti».

Il bilancio. E, quindi, via all’elenco di quanto realizzato nei vari settori di competenza dell’Amministrazione comunale con il risultato di «aver creato le condizioni perché qui nascesse una comunità, l’orgoglio di essere salernitani». E riprendendo molto della dialettica paterna, ha ricordato che «per tutto questo ci sono voluti venti anni, ma bastano venti giorni per distruggere tutto. Non dobbiamo mollare». E a chi teme per il risultato elettorale, pensando di non poter raggiungere le percentuali delle scorse volte, dice: «Abbiamo delle liste straordinarie. Per noi è motivo di vanto sostenere Enzo Napoli a sindaco per le sue qualità umane e amministrative. Sono fiero di poter dargli una mano».

Quindi una stoccata: «Chi si accompagna di persone valide è in grado di governare, non ha nulla a che vedere con l’autonomia. Quella nel centrodestra non è autonomia, ma abbandono forzato, disgregazione. Non è autonomia presentare candidature in altre città, vedi Napoli».

Il candidato. È toccato a Enzo Napoli chiudere la giornata, dopo aver ottenuto apertamente l’appoggio del presidente dell’Autorità portuale Andrea Annunziata («Io voto Napoli», ha detto). Discorso molto istituzionale quello del sindaco uscente nel corso del quale ha voluto rimarcare il lavoro fatto in questi ultimi anni, ma anche quello che si riuscirà a fare nei prossimi grazie, soprattutto, ai 970 milioni di euro erogati dalla Regione. «De Luca mi ha detto: “è un incitamento, se non li spendete, ce li riprendiamo e li diamo a chi ha dimostrato di saperli spendere».

Via, quindi, all’elenco di tutte le opere che saranno “cantierizzate” di qui ai prossimi anni e già ampiamente spiegate dal presidente De Luca. Poi, la conferma di quanto annunciato dall’assessore De Maio. «Stiamo vedendo in che modo possiamo aggirare il blocco delle assunzioni per far arrivare cento vigili. Oggi soltanto cento su 220 possono scendere in strada e questo significa, nella migliore delle ipotesi, che abbiamo quindici pattuglie per ogni turno»

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