De Luca e Salerno, così nasce la vittoria: il plebiscito in città gli regala la Campania

L'analisi del voto alle regionali: il neo governatore costruisce il successo con il voto salernitano e avellinese, sostanziale pareggio a Benevento, mentre a Caserta e Napoli vince Caldoro che però non ripete i numeri di 5 anni fa. Oltre a De Luca c'è un altro vincitore: Ciriaco De Mita, e più in generale l'area di centro, che risultano decisivi per la vittoria

SALERNO. In Campania ha vinto De Luca. Cinque anni dopo l’ex sindaco di Salerno si è preso la rivincita su Stefano Caldoro, il presidente uscente del centrodestra, che nel 2010 l’aveva sconfitto. Vincenzo De Luca si è attestato al 41%, mentre Caldoro si è fermato al 38. Il primo ha preso 952.596 mila voti di preferenze, il secondo 891.254. Dunque, la differenza sta tutta in circa 61mila voti.

Analizzando la distribuzione provinciale emerge con chiarezza che la differenza l’ha fatta soprattutto la provincia di Salerno, che ha tributato 247.323 voti a De Luca (53,48%) e circa 100 mila voti in meno al presidente uscente (147.123 , pari al 31,82%). De Luca, però, ha vinto anche in provincia di Avellino (88.795 voti, 50,66%) dove Caldoro si è fermato al 33,11% (58.763 voti). Qui l’apporto dell’Udc di De Mita, ma anche del Centro Democratico, è stato determinante per la vittoria dell’ex sindaco di Salerno.

leggi anche: Vincenzo De Luca conquista la Campania, l'ex sindaco di Salerno nuovo governatore Il candidato del Pd può festeggiare, ha battuto il presidente uscente Stefano Caldoro che ammette la sconfitta. Terza Valeria Ciarambino del Movimento 5 stelle. Stacccati Salvatore Vozza e Marco Esposito. Il Pd è il primo partito con quasi il 20% dei voti, seguono Forza Italia e M5s

A Napoli Caldoro ha vinto, ma non ha sfondato. I 55 mila voti in più gli hanno dato il 40,51 % (484.737 preferenze, contro le 429.048  di De Luca  che ha ottenuto il 35.89%), che però non è stato sufficiente a recuperare il forte svantaggio accumulato in provincia di Salerno.

Nelle altre due province campane la sfida si è conclusa con un sostanziale pareggio a Benevento (38.94% De Luca, con 42.745 voti e 38,94% Caldoro con 42.606 preferenze) e una vittoria con circa 4 punti di vantaggio di Caldoro a Caserta  (157.293 voti pari al 41,90%  contro i 142.657 di De Luca che si è fermato al 38,0).

In definitiva a Caldoro  è venuto meno l’apporto forte delle province di Napoli e Caserta che cinque anni fa ne decretarono il successo. Ma la sconfitta di Caldoro si spiega essenzialmente anche, seppur non in modo esclusivo, con il notevole arretramento di Forza Italia in tutte e cinque le province campane e con il fatto che Silvio Berlusconi ormai non tira la volata più a nessuno. De Luca, dal canto suo, questa volta ha avuto a disposizione circa nove mesi per fare la campagna elettorale, mentre l’altra volta la sua candidatura fu decisa un mese prima. Dunque, ha avuto il tempo per girare in lungo e in largo la Campania. Inoltre, questa volta non aveva contro l’emergenza rifiuti che, a torto o a ragione, i campani attribuivano alle gestione di Bassolino. Inoltre, particolare non trascurabile, rispetto a cinque anni fa l’ex sindaco di Salerno ha una presenza più forte nel partito democratico a livello regionale ed è riuscito a stringere accordi con esponenti locali dei Dem nelle varie province campane, cosa che gli ha garantito il sostegno necessario per vincere prima le primarie di coalizione e ora anche le elezioni.

Un’ultima annotazione: ancora una volta i voti di Ciriaco De Mita, e più in generale dell’area di centro, sono risultati determinanti per l’elezione del presidente della Regione Campania. Lo furono con  Grasso (centro sinistra), poi con Rastrelli (Centrodestra), con Losco (all’epoca del famoso ribaltone), con Bassolino (centrosinistra), con Caldoro (centrodestra) e ora con De Luca (centrosinistra).

Cosa accadrà ora, dopo la proclamazione degli eletti, non è dato sapere con certezza. Le opinioni degli amministrativisti divergono. De Luca riuscirà ad insediarsi e a nominare il proprio vice oppure no? La sospensione per 18 mesi dall’esercizio di incarichi pubblici è da considerarsi già in vigore, oppure dal momento in cui il presidente del Consiglio dei ministri notificherà il decreto di sospensione al presidente del Consiglio regionale per la presa d’atto?  Chi sarà il consigliere regionale più anziano d’età a cui spetta il compito di convocare la prima seduta del Nuovo Consiglio regionale entro i 20 giorni successivi dalla proclamazione degli eletti?.