IL PERSONAGGIO

De Luca, da Salerno a Napoli. Cinquanta km in 20 anni

Arriva alla guida del governo della Campania un’esperienza amministrativa cominciata nel 1993 e che ha fatto della seconda città della regione un modello

SALERNO. Cinque anni dopo si è preso la rivincita. Questa volta non ha riempito la piazza – non ci sono stati i 100mila del Plebiscito come nel 2010 – ma le urne. Cioè quelle che contano. Il vecchio leone di Salerno, dopo oltre nove mesi di campagna elettorale, primarie comprese, si è imposto contro tutto e tutti, uscendo indenne dal “fuoco amico”, per ultimo quello della Bindi, che ha spinto pure gli scettici a votarlo. De Luca, a cui due anni fa du dato l’incarico di vice ministro ma non la delega, è riuscito a imporre sulla scena regionale l’esperienza amministrativa salernitana. Al netto della Severino, sarà il sindaco della Campania.

Fu eletto sindaco di Salerno nel 1993 al ballottaggio con il 58 per cento, a capo di una lista di programma che si chiamava “Progressisti per Salerno”. La lista aveva come simbolo l’acquedotto medievale (scelto perché era un’opera pubblica identitaria del passato della città, l’unica che potesse rivaleggiare con il Duomo), e raccoglieva esponenti della società civile e di partiti laici: comunisti, repubblicani, socialisti. E anche di movimenti cattolici.

Niente simboli di partito, dunque, tantomeno quello del Pds di cui, fino a qualche anno prima, quando era ancora Pci e non c’era stata la svolta della Bolognina, era stato segretario provinciale. Una scelta, quella della lista di programma, che ripeterà alle elezioni comunali del 1998 dove non ci fu bisogno di ballottaggio, perché vinse con il 72 per cento, e che impose nel 2001 – quando fu eletto sindaco Mario De Biase – ai bassoliniani che volevano la presenza del simbolo di partito. Si votò insieme anche per le politiche e De Luca fu eletto deputato con un voto plebiscitario nel collegio uninominale di Salerno. E sempre con la lista dei Progressisti, con l’aggiunta di altre due civiche, è stato rieletto sindaco nel 2006 e nel 2011 (l’ultima volta addirittura con il 74 per cento dei consensi).

La macchina comunale e le società partecipate. Ma torniamo agli esordi. Una delle prime cose che fa è la rotazione dei dirigenti del Comune, per evitare rendite di posizioni e dare una mossa ai vari settori. Altra operazione è la sistemazione definitiva di oltre 400 corsisti Cee, ma a fargli guadagnare consensi è la costituzione delle società miste con le cooperative che già da anni lavoravano per il Comune. Costituisce Salerno Solidale per i servizi agli anziani, Salerno Mobilità per la gestione dei parcheggi e Salerno Pulita per la pulizia degli edifici comunali e poi anche per la rimozione dei rifiuti.

La trasformazione urbanistica. Una delle prime cose che fa è l'acquisizione e l’immediato abbattimento del vecchio cementificio al centro della città, destinandone l’area a parcheggio pubblico. Su una partE 10 anni dopo sorgerà un albergo privato, prima pietra di quella città turistica, obiettivo programmatico fin dal 1993 e perseguito con ostinazione. De Luca conferma il catalano Oriol Bohigas, artefice della trasformazione urbanistica della Barcellona olimpica, per la redazione del Piano regolatore. L’idea di Bohigas di anticipare il Piano regolare con interventi puntuali di rigenerazione urbana in singole aree della città, ben si sposa con la sua avversione “per l’urbanistica di carta”. E a quella stagione felice che si ascrive la realizzazione del Parco del Mercatello, un’area verde attrezzata che congiunge tre quartieri e toglie dall’isolamento Mariconda. E poi, negli anni successivi, il parco Pinocchio, il parco del’ex Seminario, quello dell’Irno. Il piano regolatore sarà approvato e adottato molti anni dopo, nel frattempo la città cambia volto.

Le grandi opere. Ai problemi della mobilità si fa fronte con la costruzione della Lungoirno (l’ultimo tratto ultimato giorni fa) e della metropolitana. De Luca fa costruire il nuovo mercato ortofrutticolo e recupera vecchi finanziamenti per il nuovo progetto della cittadella giudiziaria firmato da David Chipperfield. È questa una fase particolarmente feconda, frutto della stagione dei concorsi internazionali di idee, a cui si devono anche la stazione marittima di Zaha Hadid e il palazzetto dello sport di Tobia Scarpa (che però è abortito strada facendo).

Il risanamento dei quartieri. Grazie all'utilizzo diretto dei Fondi europei del Programma Urban, nei primi due mandati l'amministrazione comunale riesce a recuperare la Villa comunale e diversi edifici nel centro storico, tra cui il municipio vecchio, la chiesa dell'Addolorata, gli ex conventi di Santa Sofia, San Lorenzo e San Michele, Palazzo Galdieri e i Giardini della Minerva. Riapre ilteatro Verdi e l’Augusteo, e ne realizza di nuovi (prima il Ghirelli e di recente l’ex Diana). In ogni nuova piazza e fa realizzare fontane e diventa un esperto di illuminotecnica, rifacendo un po’ alla volta tutta la pubblica illuminazione. Non c’è quartiere della città in cui non vengono rifatti i marciapiedi, realizzato un parcheggio, rifatto il look alle piazze (due esempi su tutti: la Rotonda e Portanova). Riammoderna i sagrati delle chiese, che considera luoghi di aggregazione e assicurano benevolenza elettorale .

San Matteo. Di una cosa va particolarmente fiero: aver dato ai salernitani un senso di appartenenza che prima non avevano. E se c’è qualcosa che più di ogni altra rappresenta Salerno, oltre alla squadra di calcio, questa è San Matteo, il santo patrono. Non a caso De Luca per anni, con le inaugurazioni di opere e aperture di cantieri nelle settimane precedenti, ne aveva fatto una sorta di festa laica, fino a quando il nuovo arcivescovo lo scorso settembre non vi ha messo fine, riappropriandosi della festa.

Il rapporto con i privati. Con lo slogan “imprenditori arricchitevi” ha poi più volte sollecitato l’intervento dei privati in economia. Molte iniziative non sono andate a buon fine e gli hanno procurato anche guai giudiziari, tra cui il parco acquatico in litoranea e la lottizzazione nell’ex pastificio Amato a Mercatello e, per ultimo, il Crescent a Santa Teresa. Altre, come Finmatica, a cui si legava il futuro di un’industria leggera, sono abortite strada facendo. Altre ancora, non sono mai decollate, come ad esempio il polo fieristico e il nuovo albergo alle spalle dell'Arechi. Se si escludono i vari piani urbanistici attuativi degli ultimi tre anni, l’unico progetto di finanza di rilievo, per altro non ancora ultimato, è il porto “Marina d’Arechi”.

Movida , Luci d’artista e raccolta differenziata. Fu sufficiente allargare i marciapiedi, illuminare i vicoli e snellire le procedure per gli esercizi commerciali per dare inizio a quella che poi è diventata la movida salernitana, con l’apertura di decine e decine di bar e ristoranti. La ribalta nazionale, però, arriva con la raccolta differenziata dei rifiuti mentre il resto della Regione ne è sommersa. Di Luci d’artista, l’ultima iniziativa partorita da De Luca, si è scritto e si è detto tanto. La città si divide tra favorevoli e contrari. Un dato però è certo: la città turistica è nata.

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