De Luca ai sindaci «Fate la guerra per lavorare sereni»

L’appello durante l’assemblea dei giovani dell’Anci «Il piano penale va distinto da quello amministrativo»

«I giovani sono i protagonisti dell’Italia di oggi e di domani». È il messaggio del ministro per la Coesione territoriale e Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, a margine dell’ottava assemblea nazionale Anci giovani in corso a Salerno. Una due giorni (iniziata ieri) di dibattiti, incontri e confronti, prospettive e nuovi obiettivi da mettere in campo per il futuro.

I giovani amministratori dei comuni Italiani, riuniti a Salerno, partono dalla capacità di costruire opportunità affrontando tre sfide fondamentali: il rilancio delle aree interne, la rigenerazione degli spazi e la loro cogestione e il rimettere al centro i giovani ed i loro diritti. Ricco il parterre dei relatori, dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ai sindaci di diverse città italiane tra cui quello di Salerno, Vincenzo Napoli.

In prima fila Titti Postiglione, direttrice dell’Ufficio Emergenze del dipartimento della Protezione Civile, ma anche tanti giovani amministratori e imprenditori che hanno dato vita a interessanti dibattiti. «La prima cosa che si nota qui – ha rimarcato il ministro De Vincenti – è che questa nuova generazione di amministratori locali è composta da giovani motivati, con grande entusiasmo. Nei miei viaggi per il Mezzogiorno, per i Patti per il Sud, ho avuto modo di riscontrare una voglia di fare e una grande competenza. Devo dire però che ho trovato molta competenza e determinazione anche negli amministratori di una certa età, che però hanno capito che il futuro è dei giovani. Occorre collaborare insieme, sapendo però che sono i giovani i veri protagonisti».

L’attenzione si è poi spostata sul Patto per il Sud che «non è stata una missione incompiuta – ha aggiunto il ministro – bensì è stata avviata da Matteo Renzi e proseguita con il governo Gentiloni. I primi interventi sono già partiti e altri stanno partendo in queste settimane. Si sta facendo un lavoro molto concreto sulla base delle priorità individuate proprio dalle comunità locali. Una risposta forte, di responsabilità istituzionale nei confronti del Mezzogiorno. Il rapporto con la Regione Campania è ottimo, è un rapporto forte con gente seria che ha tanto da fare».

Ad aprire i lavori dell’assemblea dell’Anci, il governatore Vincenzo De Luca: «Questi amministratori sono la speranza della democrazia italiana – ha esordito De Luca – noi in questi anni abbiamo assistito a una crisi delle economie locali, conseguente a tagli finanziari drammatici che hanno riguardato tutti i governi che si sono succeduti in questi ultimi dieci, quindici anni. Credo ci sia da riprendere una battaglia per far capire che se salta il sistema delle autonomie, salta la democrazia italiana. Mancano le risorse essenziali, anche per le manutenzioni ordinarie, manca la possibilità di fare investimenti. C’è un problema che riguarda la serenità nel lavoro amministrativo – ha proseguito De Luca – derivante dal fatto che non si è chiarito il rapporto tra piano penale e piano amministrativo. Abbiamo ormai tutti gli amministratori maledettamente esposti. Sono gli unici a rischiare, ad assumersi responsabilità. Mi è capitato di sentire un eminente statista del Movimento Cinque Stelle che ieri si strappava le vesti per la “legge Severino violata”. Questo eminente statista ha dimenticato di dire che la Severino è l’ultima legge a favore della casta non anticasta, perché vale per gli amministratori locali ma non vale per i parlamentari, i ministri e i sottosegretari. Sarebbe ora di parlare un linguaggio di verità – ha ammonito – così come sarebbe ora di chiarire anche le relazioni tra il piano amministrativo e il piano penale, perché questo è indispensabile per dare serenità a chi amministra».

Secondo Vincenzo De Luca «è inevitabile per un amministratore locale incappare in un abuso in atto d’ufficio legato ad attività di trasformazione urbana».

Quindi l’appello: «Non si può lavorare in un clima di paura legato alla firma. Chiedo a voi giovani – ha aggiunto il presidente della Regione rivolgendosi alla folta platea – di fare la guerra per affrontare il problema del chiarimento del rapporto fra piano amministrativo e piano penale. Se non la fate voi la guerra, ma chi la deve fare? L’Italia – ha concluso – ha bisogno di più giovani e meno giovanilismo».

Carla Polverino

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