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«Dario, quanto è duro non poterti riabbracciare, ma mi batterò per avere giustizia»

A Nocera Inferiore la fiaccolata per il giovane ucciso un anno fa. Il messaggio della madre nella chiesa di San Giovanni Battista a Cicalesi, alla presenza anche del sindaco Torquato

NOCERA INFERIORE. «Giustizia per Dario» è stata la frase più ricorrente, bisbigliata sottovoce o gridata in chiesa e sui marciapiedi, ascoltata ieri sera durante le iniziative organizzate per ricordare il giovane ucciso un anno fa davanti il parco "Canzolino" di Villanova, a Nocera Inferiore. Nella parrocchia San Giovanni Battista di Cicalesi, quartiere natale di "millebolle", c'è stata la messa presieduta da monsignor Domenico Cinque, sacerdote amico della famiglia Ferrara. Ai tanti presenti, soprattutto ragazzi, il prete ha ricordato: «La crudeltà si deve allontanare dalla vita dei giovani di oggi. Non dobbiamo essere strumenti di crudeltà, ma di serenità e pace. Trovando la pace, la luce e la verità Dario sarà libero».

Alla celebrazione ha partecipato anche il sindaco della città, Manlio Torquato. Al termine della celebrazione, prima della fiaccolata organizzata per chiedere giustizia e aperta da una enorme bandiera con il volto del giovane, la sorella di Dario Ferrara ha letto una lettera scritta da sua madre, Annamaria Sarno. «Quanto è duro lo sguardo di una madre costretta a fare visita al suo eterno bambino solo nei sogni o nelle mille foto trovate per caso in un cassetto. Quanto è dura convincersi di averlo comunque vicino al suo cuore e non poterlo riabbracciare. Ma è tanto forte una madre che sa cosa vuole e che passerà una vita intera a battersi per ottenere giustizia, perché non si capacita che qualcuno si sia preso il diritto di uccidere suo figlio». Nella lettera mamma Annamaria ha poi scritto: «Ci riempiamo la bocca discorrendo sul diritto alla vita, a farsi una famiglia, a crescere sani. Avere dei diritti vuol dire agire correttamente in una società improntata ad una eguaglianza sostanziale. Non c'è stata eguaglianza nel pomeriggio del 25 aprile 2015; è prevalso un potere più forte».

La signora Ferrara ha poi richiamato tutti a dire la verità: «È prevalso un sentimento di omertà e paura, paura di esporsi e di raccontare la verità». «La cicatrice è ancora aperta - si chiude la lettera letta a fine messa -, fa male, urta contro la voglia di ricominciare a vivere e ritrovare il sorriso perduto, perché quando una madre perde il proprio figlio cambia il modo di vivere. Solo lei sa quanto è difficile e solo lei combatte per davvero perché sa che potrà fare meno male solo se giustizia sarà fatta». La sorella ha poi aggiunto: «Giustizia per Dario». Al termine della celebrazione è partita la fiaccolata per la verità.